Abstract:
Una delle tematiche che recentemente ha maggiormente attirato l’attenzione di studiosi, managers, investitori, policy-makers e regulators, è sicuramente la corporate governance. Negli ultimi anni, infatti, è stato riportato al centro del dibattito economico e politico il delicato argomento del governo societario, delle sue finalità e del funzionamento equilibrato degli organi preposti alla gestione delle imprese.
La corporate governance è un tema complesso e pluridisciplinare. Non è un caso, quindi, che si trovino diverse visioni e definizioni di governo societario, a seconda degli aspetti privilegiati. Esistono studi che attribuiscono alla corporate governance la finalità di tutelare esclusivamente gli interessi degli azionisti (Shleifer e Vishny, 1997) ed altri che al contrario affermano che l’attività di governo societario deve contemplare gli interessi di tutti gli stakeholders (Masera, 2006; Salvatori, 2001). Analogamente, si registrano posizioni contrapposte circa l’individuazione dei meccanismi principali di corporate governance: alcuni riconoscono al Consiglio di Amministrazione un ruolo primario (Hermalin e Weisbach, 2001), altri esaltano la composizione della struttura proprietaria ed il sistema di regole vigenti in un determinato Paese (La Porta et al., 1999, 2002). Elemento comune a molti degli studi in materia, tuttavia, è la ricerca di una qualche relazione esistente tra la corporate governance e la performance aziendale. Un’ampia parte della letteratura economica, infatti, ha confrontato e continua a confrontare i diversi assetti possibili, in un’analisi tra i modelli di governance dominanti e gli effetti sulla ricchezza prodotta dalle imprese (La Porta et al., 1998; Core et al., 2006; Iannotta et al., 2007).
Si cerca insomma di individuare le principali determinanti dei meccanismi di governance per poi verificarne l’eventuale impatto sulla performance delle imprese.
Se gli studi che hanno indagato l’esistenza di una relazione tra governance e performance delle imprese industriali si sono moltiplicati negli anni, meno numerose sono le ricerche che hanno affrontato l’argomento con riferimento alle imprese finanziarie e, nello specifico, alle banche (Fama, 1985; Levine, 2004). Gli istituti bancari, tra l’altro, si collocano al centro del processo di intermediazione fra risparmio e investimento; costituiscono il tessuto connettivo per il sistema dei pagamenti; sono esposte a rischi finanziari molto più accentuati e suscettibili di generare effetti sistemici di una certa gravità sull’intero sistema economico.
Il settore bancario, negli ultimi anni, ha affrontato cambiamenti significativi a livello internazionale.