Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare gli impatti che il principio contabile IFRS 9 ha sia dal punto di vista contabile sia dal punto di vista prudenziale. Analizzando tale principio da due prospettive diversi infatti si possono evidenziare delle similitudini nell’approccio ma anche dei punti di differenza.
Dopo la crisi finanziaria del 2007, i regulators hanno voluto porre mano ai principi contabili, con l’obiettivo di far registrare in maniera più tempestiva il deterioramento della qualità del credito. Il meccanismo studiato prende il nome di IFRS 9, quadro contabile che dal primo Gennaio 2018 sostituisce il precedente IAS 39. Il passaggio dallo IAS 39 all'IFRS 9 è sicuramente la variazione contabile più dirompente degli ultimi anni.
1. Nel primo capitolo vengono descritte le principali critiche emerse sul principio IAS 39 prima e dopo la crisi finanziaria, che sono state fondamentalmente le ragioni del cambiamento e dell'adozione dell'IFRS 9. Segue poi un'analisi dei più importanti elementi innovativi introdotti dall'IFRS 9, in vigore da Gennaio 2018.
L'intervento dello IASB è focalizzato su tre aree: classificazione, impairment e hedge accounting.
2. Nel secondo capitolo verrà trattato invece il principio contabile IFRS 9 del punto di vista prudenziale evidenziando analogie e differenze rispetto all’approccio contabile del capitolo precedente.
L’Expected Loss Previsioning sui crediti è da sempre un'area di attenzione per le autorità di vigilanza a causa del significativo effetto che esso ha sulle condizioni finanziarie delle banche. La determinazione di ciò che costituisce un livello adeguato di accantonamenti per assorbire le perdite di credito è spesso oggetto di dibattito tra le banche e le autorità di vigilanza, poiché i cambiamenti nelle stime di dotazione incidono immediatamente sugli utili della banca e, infine, sul capitale regolamentare.
I principi di impairment delle attività finanziarie nell’ International Accounting Standards (IAS) 39 sollevavano una serie di preoccupazioni. Innanzitutto, basandosi sul concetto di perdite sostenute piuttosto che previste, il principio non rifletteva adeguatamente il valore attuale delle attività finanziarie detenute al costo ammortizzato, come i prestiti e i crediti. In secondo luogo, l'approccio delle perdite sostenute rende il valore contabile dichiarato delle attività e, di conseguenza il Conto Economico, eccessivamente pro-ciclico.
Per tenere conto delle carenze prudenziali dello IAS 39, Basilea II ha richiesto a tutte le banche di adottare gli approcci basati sui Rating Interni (IRB) alla misurazione del capitale di rischio di credito per confrontare le loro riserve contabili con la perdita totale regolamentare attesa (EL), con eventuali deficit da dedurre da capitale regolamentare. Secondo gli approcci IRB, l'EL totale regolamentare è calcolato dalle banche come la somma della probabilità di default per il tempo di default prestabilito per l'esposizione al default.
Il passaggio dagli accantonamenti per perdite su crediti attesi alle perdite attese (ECL) secondo l'International Financial Reporting Standard (IFRS) 9 rappresenta un miglioramento significativo. L'IFRS 9 entrato in vigore nel Gennaio 2018, fornisce agli operatori di mercato informazioni più utili sulle valutazioni delle attività segnalate e sulle relative perdite attese su crediti.
In questo capitolo verranno esaminati quindi una serie di problemi di politica prudenziale che devono essere considerati dalle banche nel momento in cui fanno riferimento al provisioning ECL in base all'IFRS 9. Inoltre, verranno identificate le considerazioni politiche basate, in parte, su una revisione delle linee guida pertinenti del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS) e l'International Accounting Standards Board (IASB).
3. Nel terzo e ultimo capitolo invece sarà esaminato un caso pratico.