Abstract:
La rassegna della ricerca accademica degli ultimi dieci anni evidenzia come le analisi dei rendimenti di fondi, indici e portafogli costruiti secondo criteri SRI non conducano ad alcuna penalità di performance rispetto alle modalità di investimento tradizionali e giochino un ruolo di mitigazione del rischio. Tali considerazioni assumono rilevanza a fronte della notevole diffusione sperimentata nell’ultimo decennio dagli investimenti sostenibili e responsabili, sia a livello europeo che italiano, soprattutto in seguito alle vicende che hanno interessato i mercati finanziari, spingendo gli individui a riconsiderare le modalità e finalità di investimento del proprio risparmio. L’analisi del mercato SRI italiano evidenzia da una parte, l’emergere di una porzione di risparmiatori retail che considera rilevanti i fattori ESG nelle proprie scelte di investimento e che è disponibile ad investire in prodotti SRI e dall’altra, un aumento dell’offerta di tali prodotti. Per dischiudere il potenziale di tale mercato è necessario però abbattere alcune barriere percepite dall’investitore, prima tra tutte, la mancata proposta di tali investimenti da parte dei consulenti finanziari, evidenza che si configura come una strozzatura nella catena dell’investimento sostenibile. Il focus del lavoro è quello di individuare i fattori che limitano la proattività del consulente verso l’investimento SRI, tenendo conto della centralità che tale soggetto riveste nelle scelte del risparmiatore italiano.