Abstract:
I sistemi di controllo di gestione (SCG), la loro progettazione, la loro attuazione e i risultati che ne comportano sono sempre stati temi centrali nella letteratura economica fino dal secolo scorso. Diversi autori nel corso del tempo hanno cercato inizialmente di trovare una declinazione del concetto che fosse garanzia di efficacia e valida in qualunque circostanza. Sotto l’influenza della corrente di pensiero taylorista, in questa fase storica si credeva possibile delineare in maniera quanto più scientifica e razionale possibile le caratteristiche del “best way”. Successivamente invece ci si è resi conto dell’impossibilità di perseguire questo obiettivo ed il focus degli studi si è dunque spostato sull’individuazione e sullo studio delle variabili di contesto che avessero un impatto sul controllo di gestione, rendendo inapplicabile e inattuale un unico modello; è il periodo delle cosiddette “Teorie contingenti”, apparse nel panorama letterario economico già dagli anni ’60 e protrattesi con numerose varianti fino ai giorni nostri. Con l’avvenire del nuovo millennio il contesto economico di riferimento ha nuovamente cambiato le proprie caratteristiche; alcuni aspetti quali l’imprevedibilità, l’incertezza, il dinamismo e il livello di competizione sono aumentati sensibilmente e di conseguenza si è resa necessaria anche una revisione del concetto e del ruolo dei sistemi di controllo di gestione. Le tendenze più recenti hanno riguardato la ricerca e lo studio delle modalità per includere nei sistemi anche informazioni qualitative. Prima d’ora i SCG hanno sempre basato il proprio funzionamento su dati e stime numeriche, consuntive, preventive o standard; il contesto estremamente incerto e variabile nel quale però si trovano ad operare oggi le imprese hanno portato le stesse a porsi legittimi dubbi sul senso di alcune stime numeriche o, peggio, sull’assoluta impossibilità di giungere a previsioni quantitative con una sufficiente dose di attendibilità. Con la Balance Scorecard si è per la prima vola introdotto un SCG fondato anche su studi e analisi di tipo qualitativo. Lo stato dell’arte al momento è quello di una situazione intermedia tra il sistema fermamente ancorato ai numeri e un abbandono completo degli stessi per abbracciare sistemi interamente qualitativi, basati sulla credenza della sempre minor affidabilità del dato numerico. Con il presente studio si intende proporre nel dettaglio un excursus storico dell’evoluzione degli studi sul controllo di gestione, soffermandosi in particolare sulle teorie contingenti basate sulla strategia. Questo al fine di andare, in seconda battuta, a proporre un case study del sistema di controllo di gestione di un’azienda manifatturiera operante nel settore delle calzature di lusso. Dopo aver delineato nel dettaglio il funzionamento del SCG in questa realtà, l’obiettivo è quello di trarre alcune conclusioni circa la validità di alcune teorie viste nella prima parte. E’ vera la teoria contingente, basata sulla strategia, secondo cui il design di tali sistemi è stretta conseguenza delle strategie aziendali delineate? Oppure nonostante tutti gli studi contingenti, il sistema di controllo rimane ancorato alle vecchie teorie dell’one best way dando così vita ad un sostanziale isomorfismo? E ancora; è già sviluppata la predisposizione verso informazioni qualitative o continua ad essere data precedenza al dato numerico? Questi sono i principali quesiti che si mira a risolvere al termine di quest’analisi, che non punta ad elaborare nuove teorie, ma semplicemente a verificare in maniera empirica con quali linee di pensiero sia più coerente il caso di studio.