Abstract:
Questo elaborato affronta il tema delle esperienze di viaggio nella Cina degli anni '70 da parte di studiosi italiani, prendendo in esame i tre viaggi che l’archeologo Vincenzo Tusa compì in quegli anni. Per poter inquadrare e dare il giusto valore a ciò che scrive lo studioso, si è descritto prima il panorama e gli sviluppi storico-politici dei rapporti tra Italia e Cina di quegli anni, procedendo poi col dare uno sguardo alle esperienze di altri studiosi italiani che, dagli anni successivi alla fondazione della RPC in avanti, ebbero l'opportunità di visitare il paese.
I tre viaggi di Tusa risultano di particolare interesse perché compiuti in tre grandi momenti diversi, che vanno dalla Rivoluzione Culturale alla denuncia della banda dei quattro, per poi concludersi col terzo viaggio in una Cina che si affaccia agli anni '80.
I primi due viaggi, rispettivamente nel 1973 e 1976 sono da inquadrare in un periodo permeato da una forte propaganda socialista, nel quale gli studiosi stranieri subiscono inevitabilmente il fascino della Cina di Mao; il paese del terzo viaggio risente delle vicissitudini trascorse e appare agli occhi dello studioso, che nel 1981 può finalmente recarsi in Cina nelle vesti ufficiali di archeologo, profondamente cambiata.
Guardare il paese attraverso la lente critica dell’archeologo ci restituisce tre fotografie molto differenti della Cina, soprattutto perché Tusa riesce a non abbandonare lo spirito curioso tipicamente archeologico di chi è abituato ad investigare sotto la superficie alla ricerca di ciò che è stato.