Abstract:
I cosiddetti “operatori dell’accoglienza” pur rappresentando gli esecutori materiali delle norme e costituendo quindi la prima e più diretta interfaccia della nostra società con gli immigrati, nel tempo si sono adeguate ai cambiamenti, da un lato anch’essi beneficiari di un sistema che li retribuisce e dall’altro senza alcuna possibilità di parola riguardo alla loro esperienza.
Il presente elaborato intende quindi analizzare il fenomeno dell’immigrazione dalla prospettiva di queste figure professionali, partendo dalle seguenti domande di ricerca: gli operatori dell’accoglienza come vivono su di sé un sistema continuamente in mutamento e anche così precario, in quanto governato da circolari amministrative diverse per ogni provincia e talvolta di dubbia interpretazione? Quali cambiamenti ha apportato tale struttura anche al loro modo di operare nel tempo? Quali sono le problematiche irrisolte che affrontano sia a livello istituzionale che relazionale con gli immigrati? Quali attriti e contraddizioni sperimentano quotidianamente?
Nel silenzio queste figure hanno continuato a sottostare alle direttive dei bandi pubblici e ad abitare gli interstizi lasciati liberi dal sistema nei quali poter ancora operare secondo le proprie aspirazioni personali e professionali cercando di gestire la relazione umana secondo la propria etica.
La ricerca è stata svolta presso una cooperativa, che dal 2014 si occupa di accoglienza gestendo sia centri d’accoglienza straordinaria (CAS), che centri del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Nello specifico sono stati affiancati gli operatori dei CAS, nel loro lavoro quotidiano, dalle riunioni progettuali e di coordinamento a quelle di consulenza con altri professionisti del settore, nei momenti di relazione con gli utenti stranieri e di condivisione con lo staff della struttura specifica. Ciò che è emerso è un forte senso di frustrazione, accompagnato dal grande carico di lavoro e dalla scissione che vivono tra le loro aspirazioni personali, il piano educativo che vorrebbero mettere in atto e la concretezza delle effettive possibilità, delle tempistiche strette, degli ostacoli legislativi.
Queste figure inascoltate dalla politica, incomprese dalle comunità territoriali e fraintese dai beneficiari del sistema, vivono quotidianamente la contraddizione di una retorica dell’aiuto che consuma energie e desideri. E se anche loro stanno perdendo le speranze per chi sarà la sconfitta maggiore?