Abstract:
Sulla scorta delle teorie sull’assoggettamento elaborate da Judith Butler, che individuano nella sottomissione ad un potere la genesi del soggetto, questo lavoro si propone di fornire un’interpretazione complessiva dell’opera poetica di Paul Celan, mantenendo come orizzonte ermeneutico la lettura offerta dall’autore stesso a partire dal problema del linguaggio e del suo incontro con la storia.
Nella posizione del soggetto diviene centrale il rapporto che questi intrattiene con l’assegnazione del nome e la lingua in generale e, nel caso di Celan, questo fenomeno acquista urgenza filosofica, essendo il tedesco tanto la lingua materna quanto quella dello sterminatore. Non potendo il soggetto smarcarsi in un unico gesto da questo debito che ne inaugura il raggio d’azione, attraverso l’esame di testi del corpus celaniano si intende mostrare come sia un movimento verso l’Altro, la sua irruzione nella pratica poetica, nella materia linguistica, a rendere possibile un de-posizionamento dell’Io. In tal modo, il soggetto guadagna accesso ad una voce personale in grado di differenziarsi da quell’economia di debito infinito instaurata nella lingua tedesca, la lingua materna.