Abstract:
L’analisi comparativa delle opere di Montale e Calvino rivela talvolta una straordinaria affinità di espressioni, immagini e tematiche che si è manifestata in modi e occasioni numericamente variabili ma qualitativamente sempre apprezzabili lungo tutta la carriera letteraria del narratore e occasionalmente nella produzione del secondo Montale, da "Satura" in poi. Le risonanze tra i due scrittori sono generalmente inconsce ma anche, talvolta, come Calvino stesso ha ammesso, del tutto consapevoli. I numerosi esempi di convergenza lessicale, iconica e tematica non sono dovuti solo al fatto che i due autori abbiano attraversato da intellettuali critici e attenti un tratto comune della storia della cultura italiana, ma derivano anche dalla presenza di una profonda somiglianza tra le due personalità letterarie per una sorprendente coincidenza di analogie a livello biografico e professionale. Si è trattato soprattutto di un rapporto a distanza, non supportato da significativi contatti diretti al di là delle naturali occasioni di incontro tra i due, eppure fu un rapporto di grande stima reciproca, come testimoniano vari documenti. Certamente molto più incisiva fu l’influenza che Montale esercitò su Calvino, come autorevoli indagini critiche hanno dimostrato fin dagli anni ’80, invece quasi ignorata o comunque trascurata è stata l’ipotesi di una possibile influenza del narratore sul poeta, tanto che a tutt’oggi questo percorso è stato individuato solo da uno studioso inglese. Eppure una ricerca in questa direzione potrebbe aprire una nuova frontiera la cui esplorazione potrebbe contribuire a meglio precisare la conoscenza non solo dei due autori, ma anche di quell’universo vitale e inafferrabile che è l’arte ai massimi livelli.