Abstract:
Il concetto di “cammino” è un concetto che ha profonde connotazioni simboliche che vanno oltre il semplice utilizzo degli arti inferiori per spostarsi da un luogo ad un altro; tali significati si sono modificati nel tempo e in relazione ai soggetti/ gruppi.
Camminare è un’attività che ha degli effetti benefici ( è stato dimostrato che muoversi a piedi e a contatto con la natura favorisce la diminuzione di ansia e stress) e che consente ai soggetti di riflettere sulla propria identità.
Nel 1982 in Belgio, proprio a partire dalle considerazioni sugli effetti positivi del muoversi a piedi, l’organizzazione Oikoten/ Alba ha avviato un progetto innovativo per adolescenti in difficoltà o in percorso penale basato sui “lunghi cammini”.
Da allora Oikoten/ Alba ha avviato diversi “ cammini” coinvolgendo più di 500 soggetti. I giovani coinvolti in tali progetti sono adolescenti che si trovano in difficoltà: spesso fanno uso di sostanze stupefacenti, hanno dei vissuti caratterizzati da sofferenza, storie familiari difficili, problemi con la giustizia, disturbi psicologici; hanno, inoltre, avviato diversi percorsi con il sostegno dei Servizi ma non sono riusciti a terminarli con un buon esito.
Il modello belga di “ lunga marcia” si è successivamente sviluppato anche in Germania, Francia e , recentemente, in Italia. A differenza della Germania, il cui modello presenta delle caratteristiche differenti; gli approcci di Belgio, Francia e Italia possiedono molti elementi in comune. L’idea centrale è quella di offrire al giovane l’opportunità di partecipare ad un viaggio a piedi fuori dal proprio paese accompagnato da un adulto per un periodo di tempo abbastanza lungo. La gestione del progetto è affidata ad un team educativo che seleziona i giovani , gli accompagnatori e provvede successivamente agli abbinamenti; tale equipe di professionisti costituisce un costante punto di riferimento per l’adolescente e il suo accompagnatore.
Il giovane aderendo ad un progetto di questo tipo si impegna in prima persona diventando soggetto attivo del suo intervento fin dal principio, quando è chiamato a stipulare un patto educativo, insieme agli adulti di riferimento, che lo impegna a rispettare delle regole ben precise: si muoverà esclusivamente a piedi, senza telefono e senza apparecchi per ascoltare la musica, non farà uso di sostanze stupefacenti e di alcool e rispetterà la legge del luogo in cui affronterà il percorso a piedi.
La mia ricerca cercherà di esplorare quali siano gli elementi che rendono i “cammini” uno strumento interessante con valenza socio-educativa. Quali aspetti dei cammini è possibile considerare innovativi dal punto di vista sociale in considerazione dell’evoluzione bisogni sociali?
Cercherò di rispondere alle domande di ricerca a partire dalla documentazione realizzata dalle principali organizzazioni che, a livello europeo, hanno realizzato tale esperienza ma anche attraverso interviste semistrutturate rivolte ai referenti della neo-nata associazione italiana che si occupa di queste progettualità.
Nelle conclusioni tenterò di fare sintesi dei principali elementi emersi allo scopo di delineare le caratteristiche di un modello italiano ancora in fase sperimentale.