Abstract:
«Ecco che incontri un altr’uomo e ti senti più uomo anche tu». Con queste parole Cesare Pavese descriveva l’esperienza del leggere. Partendo da tale presupposto che vede la lettura come luogo privilegiato per l'incontro con l’altro, in questo elaborato si espliciteranno quelle tracce che indicano come anche Fëdor Dostoevskij, finora poco associato a Pavese, sia stato uno degli autori con cui lo scrittore torinese ha 'interloquito' più a lungo nel corso della sua vita. Innanzitutto si ripercorreranno le tappe che hanno portato a tale ‘incontro’: si approfondirà dunque la storia della diffusione della letteratura russa in Italia che ha consentito che i libri di Dostoevskij arrivassero tra le mani di Pavese. Successivamente, si indagherà la presenza di Dostoevskij nella biblioteca, nelle carte e nel diario dello scrittore torinese. Infine, si cercherà di esplicitare come la funzione dialogica, individuata da Bachtin quale cifra compositiva dei romanzi dello scrittore russo, si realizzi in Pavese come drammatica tensione verso il ‘Tu’.