Abstract:
“Clone” è una parola che deriva dal greco “Klon” e si traduce con “germoglio”.
Con questa parola si intende la copia perfettamente identica di un altro individuo.
In natura molti organismi viventi si riproducono per clonazione come ad esempio nel caso delle piante. La clonazione applicata in ambito animale e umano è molto differente, infatti per quanto riguarda gli animali si tratta di inserire una cellula madre all’interno di una cellula figlia proveniente da un altro organismo. Il risultato è un nuovo organismo dotato dello stesso patrimonio genetico della cellula madre. La clonazione animale in alcuni paesi viene praticata dal momento che consente di moltiplicare velocemente animali pregiati anche se rischia di porre fine alla variabilità genetica. La clonazione umana suscita preoccupazione e solleva delle questioni di tipo morale, infatti la maggior parte dell’opinione pubblica e lo stesso parlamento europeo si schierano contro questo tipo di intervento.
Coloro che condannano la clonazione, come il filosofo Hans Jonas, affermano che il clone viene leso nella sua dignità già prima di nascere e il suo sviluppo non è più naturale perché il suo agire non sarà spontaneo in quanto condizionato dalla sua copia, inoltre verrebbe meno il concetto kantiano per cui l’uomo deve essere trattato sempre come un fine e mai come mezzo.
I sostenitori dell’ingegneria genetica invece credono che la ricerca debba proseguire poiché si possono ottenere dei risultati significativi nel futuro.
Esistono due tipologie di clonazione, quella terapeutica e quella riproduttiva; mentre quest’ultima viene considerata illecita dal punto di vista morale, la clonazione a fini terapeutici viene maggiormente apprezzata perché permette la guarigione di alcune malattie neurogenerative.
Oggi visti i progressi della tecnica l’uomo si trova ad affrontare delle questioni del tutto nuove; secondo Jonas il ruolo della tecnica è completamente cambiato rispetto al passato, infatti la tecnica tradizionale era intesa come uno strumento adatto a soddisfare i bisogni dell’uomo ed era strettamente collegata alla necessità e all’utilità. Ora invece la tecnica tende ad un progresso illimitato della specie in direzione di mete sempre più elevate e l'uomo cerca di tenere la natura stessa sotto il suo controllo, sovvertendo le leggi naturali senza preoccuparsi del fatto che le conseguenze delle sue azioni si riverseranno inevitabilmente sulle generazioni future, le quali saranno costrette a pagare per gli errori commessi da altri.