Abstract:
Al confine tra Congo RD, Uganda, Ruanda e Burundi, la zona del Nord e Sud Kivu, è stata più volte al centro di conflitti e di interessi internazionali, legati in particolar modo alla ricchezza del suo sottosuolo. È negli anni sessanta che ha origine la prima struttura di società civile, fiorita in seguito negli anni novanta e oggi rappresentata da una moltitudine di organizzazioni, associazioni, piccole e grandi realtà, che a diversi livelli e in differenti ambiti operano sul territorio. Il mondo umanitario nel Kivu è oggi costituito da una complessa rete che vede muoversi al suo interno realtà locali e internazionali: organismi umanitari, ONG, associazioni e cooperative locali, forze delle Nazioni Unite, realtà religiose e movimenti locali. Oggi il termine “sviluppo” è spesso ancora carico di una prospettiva eurocentrica e di una concezione illuminista di progresso. Con il seguente studio si è cercato di darne una prospettiva locale, focalizzando l’attenzione sugli interventi e sulle politiche messe in atto da alcune realtà ben radicate sul territorio, che contano al loro interno personale esclusivamente congolese. Esse agiscono sul territorio, costruendo un’idea di “sviluppo” che metta in primo piano il protagonismo e le istanze degli attori locali, cercando così di superare il meccanismo di dipendenza tra i destinatari e gli agenti degli interventi. Questo permette, da un lato di limitare gli interventi di carattere assistenzialistico, dall’altro di promuovere un concetto di “sviluppo” non statico, ma legato alle specificità storico-culturali del territorio.