Abstract:
La ricerca di tipo etnofotografica si pone come obiettivo quello di mostrare e fornire uno sguardo quasi inedito della realtà che si vuole osservare cercando di coglierne gli aspetti culturali. In queste pagine la realtà di cui si racconta è quella di Castelbuono, un piccolo borgo delle Madonie.
Il presente lavoro ha come fine quello di contribuire alla conoscenza di tradizioni popolari, usi e costumi per mezzo dell’analisi di documenti fotografici, la quale diventa testimonianza storica di momenti essenziali dell’esistenza dell’uomo.
Come molti paesi madoniti, anche Castelbuono ha vissuto nel tempo il mutamento di alcuni aspetti lasciando un’immagine indelebile nella memoria di ognuno di noi. Col trascorrere del tempo e il susseguirsi delle generazioni, la comunità di Castelbuono si è spesa ed impegnata nella conservazione del suo patrimonio storico, creatosi dall’insieme delle storie di singoli individui, «tra le numerose testimonianze di queste storie, solo apparentemente esauritesi con la morte, restano le immagini fotografiche ».
La riflessione sul valore dell’immagine fotografica ha consentito la scoperta di radici culturali, le quali caratterizzano e identificano il popolo castelbuonese, e allo stesso tempo è stato motivo di approfondimento e di relazione tra il tempo passato, presente e futuro.
La ricerca condotta, dunque, mostra particolare interesse nelle immagini e nello stesso tempo le pone al centro della riflessione dell’uomo, tanto che il filosofo Wunerburger spiega in Filosofia delle immagini che «la sua identità, la sua estensione, il posto che le si può assegnare nella vita intellettuale, affettiva e sociale non dispone infatti di un semplice giudizio di fatto ma di una determinazione di carattere riflessivo ed assiologico ».
L’immagine è diventata, quindi, il punto di partenza per una profonda indagine dei meccanismi sociali all’interno dei quali sono coinvolti i processi simbolici.
Per questa ricerca sono state utilizzate delle foto d’epoca, ovvero prendendo in considerazione un lasso di tempo che va dalla fine dell’Ottocento fino alla prima metà del Novecento. Sembrerebbe che in questi anni l’uso dell’apparecchio fotografico sia stato fondamentale e determinante nella ricostruzione della storia sociale castelbuonese.
Nel presente lavoro il primo capitolo parte dall’origine, dallo sviluppo e dalla riproducibilità della fotografia; inoltre si sofferma sul rapporto che si è instaurato nel corso dei secoli tra l’arte fotografica e l’antropologia.
Nel secondo capitolo si descrivono le origini, la nascita, la storia di Castelbuono, ponendo una particolare attenzione alla famiglia Ventimiglia, fondatrice della cittadina.
L’ultima parte, invece, è dedicata all’analisi di un corpus fotografico d’epoca, relativo al piccolo borgo madonita, con l’obiettivo di comprendere il modo in cui si organizzava la vita e l’attività lavorativa dell’uomo in contesti e periodo diversi della cittadina siciliana.
Nella maggior parte dei casi le fotografie sono state scattate da fotografi ambulanti di cui non si ricorda l’identità. Inoltre, a partire dalla fine del XIX secolo si diffusero apparecchi fotografici pratici e maneggevoli. Ciò permise anche a Castelbuono uno sviluppo dell’arte fotografica che divenne alla portata di artigiani, i quali ebbero l’oppurtunità di sperimentare l’utilizzo «della meravigliosa scatola di illusioni ». Infatti dalla fine dell’Ottocento la riproduzione fotografica aveva preso piede nel paese madonita. I primi grandi fotografi furono Agrippa, Morici e Oddo che sperimentarono la stampa delle loro stesse creazioni in formato cartolina; succesivamente si appassionarono a questa forma d’arte anche Ventimiglia, Carollo e Puccia, i quali divennero i principali fotografi di tutto il Novecento.