Abstract:
L’elaborato si propone di mettere in luce tensioni e contraddizioni nelle politiche dell’accoglienza in Italia, e cercare di analizzarne le logiche sottostanti. La Chiesa cattolica nella questione occupa un posto cruciale, a due livelli: storicamente, impastando di morale cristiana l’humus culturale europeo (e in particolare italiano); nella contemporaneità, fornendo risposte concrete (gestendo a vario titolo una buona parte dell’accoglienza) e narrative (orientando l’opinione pubblica sul fenomeno migratorio). Ma non è esente dalle citate tensioni, che la portano invece a dividersi su due fronti: l’uno, che rivendica l’applicazione letterale del Vangelo di Matteo (<<ero straniero e mi avete accolto>>); l’altro, che fa appello all’occidentale divisione tra religione e politica (per cui un cristiano singolarmente è chiamato a testimoniare l’amore di Dio anche accogliendo il forestiero, ma un governante ha il dovere di preservare i propri cittadini dai rischi che un’immigrazione non regolata può portare). Caritas è l’ente ecclesiale che dispone di maggiori mezzi per rispondere con efficienza alla sfida migratoria: le pratiche dei vari attori coinvolti in tre centri d’accoglienza straordinaria gestiti da una particolare Caritas diocesana, quella di Treviso, e i discorsi da essa portati avanti in un periodo circoscritto tra 2017 e 2018, costituiscono il corpus di dati che, interpretato alla luce della letteratura, orienta il presente lavoro.