dc.contributor.advisor |
Van Der Borg, Jan |
it_IT |
dc.contributor.author |
Fussenegger, Erika <1991> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2019-02-17 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2019-06-11T08:42:07Z |
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dc.date.available |
2019-06-11T08:42:07Z |
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dc.date.issued |
2019-03-29 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/14426 |
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dc.description.abstract |
Venezia è una delle destinazioni “top of mind”, ovvero è tra le prime città che viene alla mente dei turisti pensando all’Italia. Famosa per la sua unicità e per i suoi canali, ma anche per i suoi eventi (Festival del Cinema, la Biennale e il Carnevale), che richiamano un folto pubblico da tutto il mondo. Questo primato ha però dei risvolti negativi.
Passeggiare a Venezia è diventato sempre più difficile. I residenti e chi vi si reca per lavoro trovano sempre più disagio a procedere tra i turisti che bloccano e rallentano il flusso del canale umano che si snoda tra calli e fondamente. Questa città, un tempo temuta e onorata Signora dell’Adriatico, come una Regina ormai troppo anziana, sta per abdicare, incalzata dalla marea umana dei turisti “mordi e fuggi”. Arrivano in gran numero a Piazzale Roma o scendono dalle navi da crociera, si riversano nella città, seguendo sempre il medesimo itinerario e il medesimo copione: Piazza S. Marco, Ponte di Rialto e al tramonto se ne vanno, lasciando pesanti tracce del loro passaggio.
Questi visitatori rappresentano un fortissimo problema e non apportano alcun beneficio alla città. Perciò già da tempo l’amministrazione pubblica sta cercando una soluzione per arrivare a limitarne e a ordinarne gli arrivi. Proporre vari e diversi itinerari sembra essere la soluzione migliore. Soprattutto se verranno attirati visitatori più attenti e rispettosi, che vogliono assaporare veramente ciò che Venezia può offrire e mostrare. Persone che vogliono portare a casa una emozione speciale, colori, sapori, profumi e sensazioni uniche, non solo una gondolina di plastica.
E perché non unire questa esperienza con qualcosa da gustare, non soltanto in senso metaforico, buono, vivo e frizzante, come il vino? Quella che spumeggia nel bicchiere non è solo una bevanda: essa racchiude anche la cultura e il gusto del bello, la raffinatezza del popolo che lo produce e lo apprezza. Ecco perché si potrebbe portare alla luce una Strada del Vino, che attraversa il territorio lagunare.
C’è uno sconosciuto, antico legame tra Venezia e il vino. Ma stranamente non esiste ancora una Strada del Vino di Venezia. Il Consorzio Vini Doc Venezia ha cercato di sviluppare recentemente tre itinerari, che si snodano per diverse zone del centro storico.
E perché non possiamo far collaborare le realtà locali, trasformandole in una rete, che si supporta per riportare la qualità e il valore che Venezia si merita di vivere? |
it_IT |
dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Erika Fussenegger, 2019 |
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dc.title |
La Strada del vino a Venezia |
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dc.title.alternative |
La Strada del vino a Venezia |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Sviluppo interculturale dei sistemi turistici |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Economia |
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dc.description.academicyear |
2017/2018, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
831842 |
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dc.subject.miur |
SECS-P/08 ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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it_IT |
dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Erika Fussenegger (831842@stud.unive.it), 2019-02-17 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Jan Van Der Borg (vdborg@unive.it), 2019-03-04 |
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