Abstract:
Attirando l’attenzione con la sua comparsa estemporanea, foriera di un grande avvenire, il personaggio di Bradamante si offre al pubblico dell’Orlando Innamorato come se fosse già noto. In effetti la giovane-guerriera era già presente in alcuni anonimi cantari italiani, tuttora mancanti di una moderna edizione e dunque letti direttamente sugli incunaboli. Si sono parallelamente indagate la genesi e le caratteristiche di un simile personaggio, a partire dalla classicità e dai miti sulle amazzoni, fino ai più tardi prodotti della poesia cavalleresca francese. Si è poi esaminata la figura dell’eroina nelle ottave di Boiardo, dove occupa uno spazio ben più ampio della mera dimensione bellica (come il confronto indiretto con Marfisa, l’altra bellatrix virgo del poema, sembra suggerire) essendo infatti destinata al ruolo di mitica progenitrice della casata estense, aspetto largamente sviluppato nell’opera di Ariosto. Il personaggio continua a vivere anche dopo la morte di Boiardo, il cui incompiuto Orlando Innamorato fu sottoposto a diverse continuazioni: tra le tante si è scelto di prendere in esame la Gionta di Nicolò degli Agostini e il Mambriano del Cieco da Ferrara. Dal confronto tra tali testi emerge una diversa evoluzione del personaggio: appiattito e riassunto in topoi nel primo caso; più dinamico, volubile e per questo forse più lontano dall’idea originaria nel secondo. Infine, l’attenzione si focalizza sul testo che porta Bradamante all’apice del suo splendore e che intrinsecamente contiene la ragione della sua creazione poetica, e cioè sull’Orlando Furioso, in cui la donna assume una rilevanza tale da renderla eterna nella memoria letteraria.