dc.contributor.advisor |
Mondini, Sara |
it_IT |
dc.contributor.author |
Baroni, Sofia <1992> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2019-02-18 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2019-06-11T08:41:55Z |
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dc.date.issued |
2019-03-08 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/14346 |
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dc.description.abstract |
Il presente lavoro di ricerca intende indagare una produzione preziosa e complessa, la “miniatura” pakistana moderna e contemporanea. Pertanto, al fine di comprendere come questa forma d’espressione si sia sviluppata, reinventata e reinterpretata in chiave moderna, si è ritenuto indispensabile accompagnare il lettore in un viaggio che muove da una riflessione sulla definizione stessa di “miniatura” e sulla sua correttezza, e procede a ritroso nel tempo, delineando le origini e gli sviluppi di questa pratica nel subcontinente fino al periodo del dominio britannico. Infatti, nonostante la forte associazione della produzione a cui si guarderà con la moderna nazione del Pakistan, il genere – sino ad ora definito - della “miniatura” contemporanea ha radici nella più vasta produzione artistica indiana, sia in termini di tecnica, sia nella ripresa dei contenuti. A tal riguardo un ruolo di centrale importanza, per gli sviluppi che si prenderanno in esame, è da assegnare alla pittura Moghul (1526-1857), che ha dominato la scena artistica sud asiatica tra il sedicesimo e diciannovesimo secolo. Ritenuta la tradizionale forma d'arte del Pakistan, soprattutto a causa di un patrocinio soprattutto islamico, la pittura Moghul è la risorsa più popolare e preferita per le opere moderne e contemporanee qui analizzate. Tale recupero visse un grande slancio a partire dal Novecento, quando l’artista Abdur Rahaman Chughtai (1897-1975) ha ridefinito il proprio stile attraverso un recupero cosciente dello stile Moghul. Sebbene questa sua tendenza non trovò un immediato seguito, a partire dagli anni ‘80 del Novecento un nuovo gruppo di artisti, la maggior parte provenienti dalla scuola di Lahore, iniziò a trarre ispirazione dal suo lavoro e a produrre quelle che oggi vengono generalmente definite “miniature contemporanee”. La scuola di Lahore, fondata dagli inglesi come Mayo School nel 1872, nacque con l’intento di stimolare la produzione di artigianato locale ai fini del commercio internazionale. Dopo la spartizione dell'India e del Pakistan, essa fu riorganizzata come National College of Arts (NCA) ed è proprio in tale importante istituzione culturale che si è formata la maggior parte degli artisti contemporanei che verranno presi in esame, i quali hanno sicuramente il merito di aver permesso a questa forma d’arte di sopravvivere ed evolversi.
L’obbiettivo della tesi è dunque quello di comprendere come il recupero della pittura Moghul e la creazione delle “miniature” abbia rivestito un ruolo chiave nella costruzione dell’identità storico-politica del Pakistan attraverso la ripresa di una tradizione “islamica”. In ultima battuta si esamineranno la fruizione, la percezione e il mercato di tali opere che nel corso degli ultimi decenni hanno ottenuto un notevole successo non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Sofia Baroni, 2019 |
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dc.title |
Le "miniature" contemporanee del Pakistan tra identità, tradizione e innovazione. |
it_IT |
dc.title.alternative |
Le "miniature" contemporanee del Pakistan tra identità, tradizione e innovazione |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Storia delle arti e conservazione dei beni artistici |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
2017/2018, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
it_IT |
dc.thesis.matricno |
844138 |
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dc.subject.miur |
L-ART/03 STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Sofia Baroni (844138@stud.unive.it), 2019-02-18 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Sara Mondini (sara.mondini@unive.it), 2019-03-04 |
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