Abstract:
La Cina, uscita dalle tormentate notti maoiste, è stata considerata fino agli anni ‘80 del secolo scorso, come un paese del terzo mondo. Tuttavia, nel 2004 questa opinione è cambiata, poiché la Repubblica Popolare Cinese si è posizionata al settimo posto tra le potenze industriali mondiali. Dal 2010, il paese è salito al secondo posto, dietro solo agli Stati Uniti.
Nel continente Africano ci sono più di 1 miliardo di abitanti e nonostante il suo reddito per capitale tra i più bassi del mondo, ha un mercato immenso e attraente. Inoltre, un terzo delle persone non ha accesso all'acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie e un quinto della sua popolazione è coinvolto in conflitti senza fine. La metà degli abitanti del continente vive con solo un dollaro al giorno. L'AIDS in dieci anni ha ucciso 15 milioni di persone e sta minacciando la vita di altri 25 milioni. Infine, in termini di istruzione, 50 milioni di bambini non riescono a frequentare la scuola.
Quando, come e perché la Cina ha cominciato ad avere relazioni con il continente Africano? Queste sono le domande a cui questa tesi prova a rispondere, in particolare concentrandosi sulla Tanzania di Julius Nyerere.
La tesi si articola quindi in cinque capitoli. Il primo capitolo analizza la figura di Mao Zedong, dall’infanzia fino alla nascita e alla guida della Repubblica Popolare Cinese. Nel secondo capitolo, si analizza invece l’attività politica di Julius Nyerere dai primi anni della sua formazione, fino alla presidenza della Tanzania. Nel terzo capitolo, si procede ad un’analisi delle politiche cinesi nel Terzo Mondo durante il maoismo, arrivando ad un focus prettamente incentrato sul continente africano. Nel quarto capitolo, il focus sarà ancora più specifico e si analizzano i rapporti geo-politici tra la Cina maoista e la Tanzania guidata da Julius Nyerere. Nell’ultimo capitolo, si procederà ad analizzare e comparare i due sistemi di collettivizzazione, quello maoista, e il progetto di Ujamaa, teorizzato da Nyerere stesso.