Abstract:
Gli anni Novanta del Giappone sono stati caratterizzati da un lungo periodo di recessione economica conseguente al collasso dello scoppio della bolla economica. Per stabilizzare le aziende a mantenere i loro dipendenti a dispetto del crollo del mercato, furono attuate dal governo misure di deregolamentazione del mercato del lavoro, nel 1986, 1999 e infine nel 2004, che ha portato negli anni, alla diffusione dei lavori a tempo determinato. L’incertezza dell’impiego ha causato il crollo della convinzione che il Giappone fosse una società di classe media omogenea, idea che si era diffusa fino allo scoppio della bolla, mentre l’idea di una gap society, ovvero una società di ineguaglianze, si sta indubbiamente diffondendo. Questa questione è al centro dell’attenzione dei media, mentre non molta attenzione viene data ai problemi lavorativi che i giovani fronteggiano oggigiorno. Poca rilevanza infatti, viene data riguardo al presente stato di disoccupazione giovanile rispetto alla precarietà delle persone di mezza età, giustificando l’attuale stato di precarietà come una scelta voluta dai giovani stessi; ed è proprio in questo clima che emergono le figure e la consapevolezza dell’esistenza dei freeter, i NEET, gli hikikomori e i working poor. Il mio intento è spiegare dettagliatamente perché le riforme fino ad ora attuate per aumentare i posti di lavoro e per superare la crisi economica dopo lo scoppio della bolla siano in realtà risultate poco efficaci, descrivere le figure sociali emerse dopo le deregolamentazioni, analizzare il nuovo volto che la società giapponese sta assumendo e riportare, dall’analisi di vari autori, possibili soluzioni alla precarietà lavorativa dei giovani e al mercato del lavoro giapponese stesso.