Abstract:
Con la presente tesi si vuole analizzare il rinnovamento della classe intellettuale in Marocco, in un periodo di profonda repressione, durante gli anni sessanta, che saranno ricordati a posteriori, come “anni di piombo” durante il regno di Hassan II. Dunque partendo da un’attenta analisi dei fatti storici avvenuti in quegli anni, siamo riusciti a definire il coté letterario che si stava sempre più delineando. Infatti la reazione degli intellettuali marocchini alle varie imposizioni messe in atto dal re, hanno portato ad una vera e propria “decolonizzazione culturale” e alla profonda rottura con il passato, non solo dal punto di vista stilistico e argomentativo ma anche dal punto di vista linguistico. Il rinnovamento culturale partirà infatti da quello linguistico, in cui all’imposizione dell’arabo, gli intellettuali risponderanno con l’utilizzo del francese. Per spiegare questa scelta linguistica, siamo dovuti innanzitutto partire dalla politica linguistica messa in atto da Hassan II in Marocco, che si è scontrata con il suo multilinguismo e poi, di conseguenza, con la questione identitaria che è entrata in crisi. La scelta del monolinguismo, con l’arabo come unica lingua ufficiale e l’esaltazione dell’identità marocchina, ha escluso infatti tutte le altre identità, tra cui quelle Imazighen, berbere, che sono da sempre presenti in Marocco, ma che non si riconoscono nell’identità marocchina come anche dal punto di vista linguistico non si sentono rappresentate dalla lingua araba. Ecco che dal punto di vista letterario la reazione degli intellettuali fu quella di denuncia contro la politica linguistica messa in atto in quegli anni, scegliendo dunque di essere rappresentati da una lingua neutra, il francese, che seppur fosse riconosciuta come la lingua del colonizzatore, riusciva a far esprimere tutti senza alcuna implicazione religiosa o identitaria. La letteratura che si è configurata, fu pertanto definita francofona, per via del medium linguistico servitosi. Ecco che per analizzare la rivoluzione culturale messa in atto in questi anni, abbiamo riportato anche il cambiamento della stampa, come mezzo di ribellione da parte degli intellettuali, servendoci di molte riviste che hanno cercato di denunciare una serie di problematiche culturali ed economiche in Marocco. In particolar modo abbiamo analizzato una rivista, la rivista Souffles, che ha segnato non solo la storia della stampa in Marocco ma ha racchiuso anche un numero enorme di intellettuali e artisti che hanno partecipato attivamente alla stesura della stessa. Attraverso il reperimento dell’intero testo, grazie allo studio svolto sul campo, in Marocco, abbiamo potuto presentare i vari numeri esposti nella rivista, sia in francese che in arabo, così come le varie tematiche affrontate dai vari artisti e intellettuali dell’epoca che hanno partecipato attivamente alla vita culturale marocchina. Pertanto esponendo come la situazione politica abbia inciso sull’andamento culturale in Marocco, abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sull’identità Amazight, venuta meno durante il processo di costruzione identitaria del nuovo Stato, e per fare ciò ci siamo serviti dello studio di un autore berbero-marocchino, Mohammed Khaïr Eddine, essendo stato anche lui attivista di quel rinnovamento culturale attraverso la rivista Souffles.