Vicine, lontane, mai sole. L'emigrazione dal Bellunese prima e dopo il 1966.

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dc.contributor.advisor Casellato, Alessandro it_IT
dc.contributor.author Pongan, Viviana <1957> it_IT
dc.date.accessioned 2018-10-02 it_IT
dc.date.accessioned 2019-02-19T15:15:07Z
dc.date.issued 2018-10-22 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/14064
dc.description.abstract L’esame dei flussi migratori nel bellunese, prima e dopo il 1966, inquadra un fenomeno che ha radici lontane nel tempo. Emigrarono sia donne che uomini, verso altri paesi europei, verso gli Stati Uniti d’America, il Canada e non solo. Si trattò di un’emigrazione avente carattere sia permanente che stagionale, fattori questi legati alla complessità delle ragioni che avevano spinto all’emigrazione e alle condizioni di lavoro e di vita esistenti nei paesi ospitanti. I bellunesi emigrati esercitarono vari mestieri: muratore, gelatiere, minatore, seggiolaio ed altro. Ovunque portarono la loro abilità e laboriosità, qualcuno ha detto che la targa automobilistica (BL) sta appunto a significare bravi lavoratori. Le donne del territorio bellunese avevano due alternative: rimanere a casa in attesa dei rispettivi figli, mariti, padri, emigrati; oppure emigrare a loro volta. Questo accadde spesso. Le troviamo nelle città del nord Italia in qualità di balie o di donne di servizio nelle case dei “signori”. Lavorarono anche nelle fabbriche, sia in Italia che all’estero, oppure seguirono i mariti in quella che fu un’emigrazione definitiva in particolare verso “La Mèrica” alla ricerca di una condizione di vita migliore soprattutto per i loro figli. Di tutti questi emigranti bellunesi si occuperà, fin dal 1966, in modo particolare l’Associazione Bellunesi nel Mondo (ABM) che li ha cercati, per la maggior parte trovati, e ha dato loro un valido aiuto che si è concretizzato anche con la creazione dei gruppo denominati “Famiglie” con lo scopo di fare comunità affinché si sentissero meno soli. Infatti, in questo modo, acquisirono la consapevolezza che non erano stati, e non sono, dimenticati dal paese d’origine. Poterono così tramandare alle generazioni venute dopo, le tradizioni, gli usi e i costumi della terra di provenienza. L’attività di questa associazione ha avuto, ed ha, soprattutto il fine di supportare validamente gli emigrati del bellunese nelle loro rivendicazioni destinate al riconoscimento dei diritti di carattere sociale e politico e soprattutto dei diritti dei lavoratori. Ieri come oggi i Bellunesi e gli Italiani emigrano, molti sono i nostri giovani che si recano all’estero in cerca di un riconoscimento delle loro abilità, capacità e bagaglio culturale, un tema anche questo che merita un’attenta analisi che non si è ritenuto opportuno fare in questa sede. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Viviana Pongan, 2018 it_IT
dc.title Vicine, lontane, mai sole. L'emigrazione dal Bellunese prima e dopo il 1966. it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Storia dal medioevo all'età contemporanea it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Studi Umanistici it_IT
dc.description.academicyear 2017/2018, lauree sessione autunnale it_IT
dc.rights.accessrights closedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 831805 it_IT
dc.subject.miur M-STO/04 STORIA CONTEMPORANEA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend 10000-01-01
dc.provenance.upload Viviana Pongan (831805@stud.unive.it), 2018-10-02 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Alessandro Casellato (casellat@unive.it), 2018-10-22 it_IT


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