Abstract:
Il Medio Oriente rappresenta, ormai dalla fine della prima guerra mondiale, il motore dell’economia moderna globale; diventato di fondamentale importanza per tutti i Paesi produttori di petrolio e a livello internazionale. Di fatto, la scoperta dei grandi giacimenti nel Medio Oriente, (la prima delle quali il 26 maggio del 1908 in Iran) ha permesso un cambio di strutture politico-economiche che ha inaugurato una nuova era di rapporti tra oriente e occidente. In particolare, si è chiuso un grande ciclo di domini coloniali, con governi “satellite” e amministrazioni allogene, e se n’è aperto uno nuovo che ha visto l’ascesa di stati nazione governati da regimi autoritari. Le economie del Medio Oriente, così come le scelte di politica per lo sviluppo e la diversificazione, hanno risentito in modo significativo di queste trasformazioni. Ad ogni modo, l’interferenza occidentale resta un elemento preponderante quando si parla dello sviluppo dei Paesi del Medio Oriente. Come afferma la studiosa Mary Ann Tetréault, “la relativa facilità con cui le potenze straniere riuscirono a controllare lo sfruttamento del petrolio nei propri interessi, rese meno utile la soppressione delle strutture amministrative, a differenza di quanto avvenuto per l’agricoltura durante i domini coloniali”. Nel post indipendenza, gli Stati occidentali hanno dovuto trattare con gli Stati della regione in possesso di risorse redditizie come il petrolio e ciò ha causato una serie di cambiamenti politico-economici per le due parti in causa. In particolare, il rapporto tra Arabia Saudita e Stati Uniti d’America rappresenta un caso di studio singolare per mettere in risalto come il greggio abbia avuto un ruolo fondamentale nel modificare le dinamiche politico economiche internazionali.