Abstract:
CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DI HABITAT RIPRODUTTIVI DI Aphanius fasciatus IN LAGUNA DI VENEZIA
Gli ambienti di transizione che si trovano all’interfaccia tra l’ambiente terrestre, marino e fluviale, come la Laguna di Venezia, sono caratterizzati da diversi habitat di acque poco profonde e supportano associazioni di specie e interazioni ecologiche uniche e di grande importanza (Kennish; 2002). Sono ecosistemi sono ricchi di microhabitat come le barene, le quali hanno un ruolo ecologico molto importante: grazie alla loro complessità strutturale fungono da zone di riparo dai predatori ed essendo ricche di risorse trofiche sono zone nursery e di riproduzione per molte specie di uccelli e pesci. Studi recenti hanno messo in luce come le stesse funzioni siano svolte anche da habitat artificiali, i quali sembrano essere un valido rifugio alternativo rispetto alle barene naturali ed infatti, sono risultati avere un’alta densità di fauna ittica (Cavraro et al; 2017). Analisi effettuate in precedenza, hanno messo in evidenza come, in laguna di Venezia, Aphanius fasciatus sia un elemento che contraddistingue la comunità ittica degli habitat di barena (Franco et al., 2006; Franzoi et al., 2010) e delle canalizzazioni artificiali (Cavraro et al.; 2017) Questo lavoro di tesi ha l’obiettivo di caratterizzare diversi siti di barena naturale e siti di canalizzazioni artificiali della Laguna di Venezia, habitat riproduttivi di A. fasciatus (inserito nell’Allegato II della Direttiva Habitat), per verificare se, tra ambienti naturali e ambienti artificiali, sussistano significative differenze in termini di: 1) disponibilità basale trofica 2) fattori e 3) parametri correlati alla produzione primaria rappresentata dalla disponibilità di diatomee, dalla concentrazione di clorofilla in acqua e nel sedimento e dalla copertura e posizione sistematica delle macroalghe presenti. Sono stati caratterizzati sette siti, di cui tre habitat di barena naturale e quattro canalizzazioni artificiali, al fine di comprendere quale sia l’habitat più ottimale per la specie in esame, e per indirizzare le azioni di conservazione.