Abstract:
L’elaborato proposto si prefigge l’obiettivo di analizzare il turismo straniero in Cina tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento nei suoi diversi aspetti in quanto, dopo la morte di Mao e l’avviamento della politica della porta aperta, il settore turistico è uno di quelli che subisce maggiori mutamenti, sia in termini di politiche che a livello di impatto.
La seguente tesi è stata divisa in tre aree di interesse: la prima riguarda la creazione e lo sviluppo di politiche adatte all’accoglienza del turismo straniero, che potrebbe essere definito di massa, in Cina.
A tal fine, vengono analizzate le strategie, le leggi e i regolamenti che il Governo del Partito Comunista Cinese, guidato da Deng Xiaoping, mette in atto per allineare gli standard cinesi a quelli internazionali. Con queste riforme strutturali, il turismo viene definitivamente reso parte integrante della macchina economica cinese. Questo punto è fondamentale poiché segna il completo distacco dall’idea di turismo, più politicizzata, dell’era maoista. Il turista non è più un privilegiato scelto dal Governo e tutti vengono considerati “amici della Cina”. Il cambiamento più radicale che viene evidenziato è quindi il passaggio del ruolo del turismo da settore politico propagandistico a puramente economico.
Vengono meglio declinati altri aspetti fondamentali quali: i discorsi di Deng sull’importanza del turismo come settore economico, le leggi a livello nazionale, la presenza economica straniera nella costruzione di facilities, le implementazioni infrastrutturali, la formazione superiore e universitaria di personale per il nuovo settore, la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale. Di tutti questi aspetti vengono presentati gli elementi innovativi rispetto al passato, ma anche i punti di debolezza che permangono all’interno del sistema.
La seconda parte ha lo scopo di fare chiarezza sugli enti che si occupano di gestire il turismo in questo periodo storico. È rilevante comprendere come, nonostante un’apparente liberalizzazione, il turismo sia tenuto sotto stretto controllo da enti governativi, in primis, oppure da altre associazioni che raccolgono il retaggio della people’s diplomacy. Si fa, in seguito, accenno al ruolo delle agenzie di viaggio straniere e a quello delle guide e degli accompagnatori turistici chiarendo i ruoli di entrambe le figure. L’ultima parte del secondo capitolo viene dedicata alle associazioni e ai sindacati che, seguendo il retaggio della People’s diplomacy, continuano a organizzare tour su stampo maoista creando legami con i corrispettivi gemelli nei Paesi stranieri. La cosa è lampante poi confrontata rispetto agli itinerari proposti ai viaggiatori privati.
L’ultimo capitolo si concentra sull’analisi delle guide cartacee scritte in questo periodo cercando di individuare i principali punti di cambiamento tra di esse come l’inserimento di nuove città e nuovi itinerari, la presenza di maggiori informazioni a carattere culturale o di svago, maggiori informazioni sugli hotel e sui voli internazionali. In seguito vengono presentati gli itinerari proposti dal Touring Club, sempre con lo scopo di cercare di notare le ripercussioni concrete dei cambiamenti di policy dello stesso periodo. In terza battuta vengono presentati vari resoconti di viaggiatori italiani e reporter che si sono trovati in Cina in questi anni.
L'un’ultima sezione dedicata alla raccolta e al commento di una serie di interviste svolte con persone che si sono trovate a viaggiare in Cina negli anni presi in analisi. Gli interventi possono aiutare a far luce su alcuni aspetti nuovi rispetto a quelli messi in luce dai reporter. Le interviste sono quindi state trascritte al fine di trovare e analizzare i punti comuni e quelli eventualmente discordanti.