Abstract:
La ricerca di Joseph Kosuth, capostipite dell’Arte concettuale, ruota attorno al significato dell’arte e al ruolo dell’artista nella nostra epoca, quest’indagine avviene grazie al linguaggio che rappresenta per lui uno strumento indispensabile per svelare tali questioni. Il percorso kosuthiano si snoda attraverso alcune tappe fondamentali: dall’idea iniziale per cui l’arte è una mera tautologia, alla considerazione successiva per cui essa assume un significato soltanto se inserita in un contesto antropologico di riferimento. L’intento di questo elaborato è quello di mettere in luce il complesso sviluppo dell’artista concettuale, dagli inizi della sua carriera sino alle opere più recenti creando una riflessione tra i suoi scritti e le sue opere. La tesi, infatti, strutturata in due parti principali, intreccia fin da subito la ricerca teorico/filosofica di Joseph Kosuth con la sua produzione artistica. I due capitoli iniziali si articolano da un lato in un’analisi dei primi testi dell’artista (in particolare dal 1969 al 1972) affianco a un approfondimento delle sue prime opere e del contesto entro cui nacque e si sviluppò l’Arte concettuale. Successivamente, nella seconda parte del lavoro, si è cercato di osservare la svolta antropologica che scosse il pensiero kosuthiano e che portò a una revisione delle prime austere idee iniziali, a favore di un’arte dentro al contesto (non più quindi mera tautologia) in cui l’artista operi come un antropologo. Anche in quest’ultima sezione vengono affrontate insieme le riflessioni teoriche (soprattutto gli scritti composti dal 1975 in avanti) e le sue opere. In tutto il lavoro si è quindi cercato di abbracciare insieme teoria e pratica, con l’obiettivo di comprendere non solo l’articolato percorso tracciato da questo emblematico artista, ma anche la sua posizione complessa e contraddittoria all’interno del sistema dell’arte contemporanea.