Abstract:
L’articolo 14 del Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147 - contenente disposizioni finalizzate a favorire la crescita e l’internazionalizzazione dei soggetti economici operanti in Italia - ha introdotto l’articolo 168-ter T.u.i.r., prevedendo l’operatività del regime opzionale denominato branch exemption. Tale istituto, alternativo a quello del Foreign Tax Credit, attribuisce la facoltà per le imprese residenti nel territorio dello Stato di optare per l’esenzione degli utili e delle perdite attribuibili a tutte le proprie stabili organizzazioni localizzate all’estero. Con sensibile ritardo rispetto all’entrata in vigore della previsione legislativa, l’Agenzia delle Entrate, con Provvedimento del 28 agosto 2017, ha dettato le disposizioni attuative del predetto regime fornendone altresì i chiarimenti necessari e dipanando le prime questioni applicative. Il presente elaborato si propone di analizzare l’istituto della branch exemption concentrandosi sullo studio dei tratti fondamentali della normativa, a partire dalla descrizione del concetto di stabile organizzazione e dei criteri di tassazione, in particolare del principio cosiddetto worldwide taxation, senza tralasciarne le criticità. Nel terzo capitolo trova spazio l’approfondimento delle regole peculiari che assistono le branch localizzate in Stati “black list”, e in Stati “white list” ma con un livello di tassazione ridotto e prevalenza di passive income; infine sono discusse le modifiche apportate al Modello dichiarativo Redditi 2017 per quanto concerne i quadri relativi all’argomento oggetto del presente studio.