Abstract:
Nel campo della ricerca sull'integrazione europea, l'uso del concetto di "padri" dell'Europa è ricorrente per designare coloro che, più di altri, hanno contribuito concretamente e visibilmente al processo di unificazione dell'Europa Occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Le opere biografiche sono numerose e di diverso tipo e non verranno riportate in dettaglio.Ciò su cui si concentra in modo comparativo il primo capitolo sono
gli elementi che uniscono le tre figure scelte come icone europee.
Sono tre i capi di Stato che vengono presi in considerazione: Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi Le ragioni di questa scelta sono tre: la prima sta nel fatto che i tre uomini hanno caratteristiche molto simili nei loro rispettivi campi di attività lavoro e vita.
Il secondo motivo è il fatto che essi rappresentano i tre paesi in cui le origini e la
gli sviluppi nella religione cristiana hanno avuto un impatto più rilevante o
singolare rispetto ad altri.
La terza ragione, che probabilmente riassume i precedenti, è la conferma di una fede
cattolica praticata con variazione di intensità da tutti e tre che permeavano il loro operato.
Attraverso l'analisi introdotta cerchiamo di comprendere e motivare l'affermazione che il cattolicesimo ha influenzato le origini dell'Unione Europea mostrando
anche come è successo.
I tre statisti rappresentano le icone prominenti dietro un substrato sfaccettato e un contesto favorevole
ma ognuno di essi contribuisce in modo unico e personale,e
la loro visione rappresenta l'elemento fondante.
Il secondo capitolo si concentra sulla Chiesa e i suoi attori principali.
Si afferma che alcuni pontefici hanno contribuito più di altri alla nascita di un progetto di unificazione europea o l'hanno sostenuto in modo più incisivo, soprattutto quelli contemporanei ai padri fondatori; le Encicliche e i discorsi sono le fonti di prima scelta, insieme a testimonianze di tipo storico seguite da elementi relativi alla persona specifica e al suo ambiente di vitaMa la vitalità della questione implica che anche i contributi più importanti degli ultimi pontefici, che hanno ripetutamente invocato la riscoperta dello spirito delle origini, debbano essere riportati.
Si analizza poi un principio comune alla Chiesa e alla politica europea: il principio di
sussidiarietà, che, nonostante le sue diverse varianti, è dimostrata provenire dalla Dottrina sociale della Chiesa, come altri principi ora considerati fondamento della
Civiltà occidentale.
Il terzo e ultimo capitolo, dopo aver esaminato gli attori politici ed ecclesiastici e offerto un quadro adeguato,si concentra sulla questione del dibattito sulla menzione del patrimonio cristiano nel preambolo della Costituzione dell'Unione europea,la cui importanza e i cui significati sono meglio compresi se accompagnati dai concetti di identità europea e dall'analisi comparativa della natura e della funzione del preambolo e contestualizzati dal quadro dell'attuale situazione religiosa in Europa.
Viene effettuata una breve ricostruzione cronologica delle principali tappe della dinamica dei lavori della Convenzione e risposte alle posizioni espresse.
Per completezza è utile redigere un breve quadro di riferimento per comprendere come l'Unione Europea e le Chiese si rapportano.Attraverso dati precisi si dimostra che il cristianesimo ha generato la civiltà occidentale e di conseguenza anche molti dei principi e dei concetti che oggi si dichiarano essenzialmente laici.
A questo proposito, una menzione va fatta al principio di laicità, spesso invocato come bandiera per preservare i diritti civili e umani,mentre si dimostra come il cristianesimo li abbia anche generati.