Abstract:
Negli anni ’30 del Novecento, all’interno della più importante scuola di antichistica in Italia, quella diretta da Gaetano De Sanctis, furono principalmente due gli argomenti oggetto di dibattito: la conquista macedone della Grecia e lo scoppio della seconda guerra punica. In altre parole: la nascita dell’Ellenismo e della politica imperiale di Roma.
Sotto la trattazione di temi apparentemente lontani si celava il grande tema della libertà, reso attuale in quegli anni proprio per la sua graduale scomparsa dall’orizzonte italiano.
In questa tesi ci si è occupati in particolare del primo di questi argomenti e del contributo che diede alla discussione Piero Treves (1911 – 1992). Figlio del leader socialista Claudio, a soli ventidue anni lo studioso pubblicò, per diretto interessamento di Benedetto Croce, un’importante monografia su Demostene. Qui l’oratore greco era descritto come un “eroe di libertà”, prototipo del singolo che si batte per una giusta, ma victa, causa contro un potere forte.
Attraverso le recensioni e i commenti che si scambiarono vicendevolmente Treves, altri due allievi di De Sanctis (Arnaldo Momigliano e Mario Attilio Levi) e un’allieva di Ettore Pais (Carmen Scano), in questo lavoro si è cercato di mostrare non solo le rivalità accademiche ma, soprattutto, le varie “ideologie del classicismo” sottese al dibattito sulla libertà degli Antichi, e dei Moderni, negli anni Trenta.