Abstract:
La Venezia dei primi secoli visse del commercio con le città dell’entroterra veneto-lombardo, ma intorno all’anno 1000 dovette volgersi al mare per i suoi traffici. L’Arsenale venne costruito nel XII secolo per far fronte alle nuove esigenze di navigazione commerciali e belliche (guadagnato il predominio marittimo, Venezia divenne il principale mercato tra Oriente ed Occidente); venne più volte ampliato, divenendo un polo di innovazione tecnica e gestionale soprattutto tra il XVI e XVII secolo. Alla caduta della Serenissima (1797) seguì la devastazione napoleonica: Venezia, prima di essere ceduta all’Austria con il trattato di Campoformido, venne spogliata di quanto ci fosse di prezioso o utile, furono distrutte le navi e licenziati gli arsenalotti. In parte riassestato durante la prima dominazione austriaca (1798-1804), l’Arsenale venne rimesso in attività durante il governo napoleonico (1804-1814), riorganizzato però secondo il modello francese. Con il ritorno degli austriaci (1815) l’Arsenale di Venezia divenne il più importante della marina imperiale austro-veneziana e venne restaurato e ampliato. Altri lavori vennero effettuati durante il Regno d’Italia attuando una conversione dalla costruzione navale in legno a quella in ferro, ma nel ‘900 la produzione venne abbandonata e l’area lasciata al degrado; oggi la proprietà è divisa tra la Marina Militare ed il Comune di Venezia, dotato di un apposito ufficio destinato al rilancio ed alla riqualificazione del complesso.