Abstract:
Questo lavoro raccoglie i risultati di una doppia indagine svolta sul campo a Stolvizza di Resia (UD), piccola comunità montana slavofona. Da una parte, la raccolta etnografica degli ultimi vocaboli del linguaggio segreto degli antichi merciai ambulanti e degli arrotini ha permesso diverse riflessioni a carattere etnolinguistico. Dall’altra, l’analisi antropologica della dimensione onirica - in particolare delle donne - ha consentito di approfondire la sfera sacra legata al mondo dell’aldilà. L’analisi dei vocaboli gergali ha messo in luce il carattere identitario del gergo e la vivace creatività dei gerganti di creare nuovi termini di una lingua percepita come controlingua; inoltre, un confronto con alcune favole e poesie della tradizione orale ha permesso riflessioni su un contatto tra gergo stolvizzano, gergo di caccia e linguaggio degli animali. L’analisi del racconto dei sogni premonitori e della condivisione del racconto ha messo in evidenza non solo i rapporti con il mondo dei morti ma anche con l’eco di un’antica divinità notturna femminile. Attraverso ricerche bibliografiche, e soprattutto avvalendosi della ricerca sul campo e delle comunicazioni orali a stolvizzani di varie fasce d’età, le riflessioni del gergo, ormai in disuso, e del mondo onirico hanno fatto emergere come determinate dinamiche culturali affondino le proprie radici in un contesto precristiano, in una più che probabile società di caccia e raccolta.