Abstract:
L'Ucraina, regione dalla forte valenza geostrategica nello spazio eurasiatico post-sovietico, si trovò, a cavallo tra il 2013 e il 2014, ad essere il centro di un confronto geopolitico ed ideologico tra la Russia e l'Occidente.
Alla luce dei fatti, il Cremlino ha interpretato la crisi ucraina come un colpo di stato ai danni dell’allora legittimo presidente Janukovič, orchestrato da gruppi estremisti dichiaratamente ostili alla Russia con il benestare, nemmeno troppo celato, dei governi occidentali, in particolar modo degli Stati Uniti. Quest'ultimi, secondo Mosca, sono intenzionati a mettere in ginocchio la Russia per impedirle di attuare i suoi progetti eurasiatici, strappandole definitivamente l'Ucraina per farla entrare nell'orbita atlantista.
La copertura mediatica degli eventi ucraini, è stata caratterizzata da una lunga serie di distorsioni e da un’impostazione di fondo asimmetrica e a senso unico che ha visto applicare due pesi e due misure nel riportare i fatti ascrivibili alle parti in conflitto. L’unione della Crimea con la Russia, per esempio, è stata ed è ancora oggi considerata dai governi e dai media occidentali come la conseguenza di un’invasione e di un’aggressione militare, e come una violazione del diritto internazionale e della Costituzione ucraina. Perciò, è il Cremlino il solo ed unico catalizzatore della crisi, a detta dell’asse politico-mediatico occidentale. Ma l’idea che la crisi dipenda solamente da Mosca appare ampiamente infondata. Va ricordato, infatti, che prima della crisi ucraina il Cremlino non aveva mai mostrato ambizioni imperiali che implicassero un'acquisizione dei territori post-sovietici. Sono state le circostanze scaturite dagli eventi dei primi mesi del 2014 che hanno indotto Mosca a riappropriarsi della Crimea. È quindi indubbio che l’Occidente abbia delle pesantissime responsabilità in merito alla crisi ucraina.
La suddetta crisi può essere raccontata secondo molti punti di vista ma la maggioranza dei media ha raccontato molto poco dal punto di vista della Russia; anzi, la maggior parte delle volte, le è contro. Non appena si parla della Russia la stampa occidentale diventa carente di obiettività e di onestà intellettuale. Per questo motivo, in un periodo in cui è in corso una consistente campagna mediatica di demonizzazione della Russia e di Putin, con questo scritto intendo raccontare la crisi ucraina dal punto di vista russo, esaminando i fatti anche alla luce della volontà degli degli USA di voler controllare - secondo il Cremlino - il continente eurasiatico per evitare l’emergere di nuovi poli di potere, il che spiega, secondo molti analisti, l’espansione della NATO e dell’Unione Europea verso Est, la politica del Partenariato Orientale e il fenomeno delle “rivoluzioni colorate” in alcuni stati ex sovietici.