Abstract:
Questo elaborato è un’analisi di alcuni aspetti del mestiere del sarto, le cui radici sono ben salde nel panorama italiano e europeo, ma curiosamente collegate anche alla tradizione artigiana cinese.
La necessità di celare il proprio corpo ha accompagnato l’uomo sin dagli albori della civiltà, motivato sia da fini utilitaristici che, successivamente, dai costrutti sociali. In primis l’abbigliamento protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente, ed essendo una risposta all’istinto di sopravvivenza dei nostri più lontani antenati, è impossibile sapere con certezza a che punto della sua evoluzione l’uomo abbia introdotto oggetti di abbigliamento.
Ma è anche chiaro che l’uomo ha sempre compreso come l’abito potesse essere testimone e protagonista delle vicende storiche, politiche ed economiche del proprio tempo, come questa “materia” potesse abbellire il corpo e nascondere le imperfezioni naturali dell’individuo: un vero e proprio rifugio con cui costruire la propria immagine.
È soprattutto nell'ottica dell’importanza culturale, sociale, storica ed economica che è nata l’idea di questa tesi, la quale è strutturata in due parti.
La prima parte è divisa in quattro capitoli. Il primo capitolo tratta la relazione tra l’uomo e l’abbigliamento nella storia, e la professione del sarto che a partira dal XIII secolo occupa uno spazio sempre più definito all’interno della società. In merito alle tipologie di prodotto, viene fatta la dovuta distinzione terminologica tra prêt-à-porter, Su Misura e Sartoria. Sono anche identificate le due scuole di stile e di taglio più famose e apprezzate, quella britannica e quella napoletana.
Il secondo capitolo si concentra sulla tradizione sartoriale cinese a partire dal momento in cui i mercanti europei hanno introdotto in Asia la cultura sartoriale inglese dalla quale, nei decenni, si è evoluta quella cinese con aspetti singolari. L’artigianalità cinese è rappresenta per eccellenza dagli Hongbang 红帮, la “Gang Rossa” che prende il nome proprio dai capelli e barba rossi dei primi nordeuropei che trasmisero loro i segreti di questo mestiere. Tra i loro capolavori annoverano la Giacca Maoista 中山装 - tutt’oggi simbolo della classe dirigente cinese - oltre che la realizzazione di abiti per i capi di stato di tutto il mondo.
Il terzo capitolo tratta gli aspetti economici e di mercato di questa professione, analizzando il mercato dell’abbigliamento di lusso, i player più importanti (cinesi e millennials) e i nuovi trend di mercato causati da globalizzazione, nuove tecnologie e net economy.
Il quarto capitolo tratta il procedimento di confezione di un abito sartoriale secondo il procedimento tradizionale. Questo si basa sulla manualità del sarto, sulla sua relazione molto personale con il cliente, su tecniche tramandate di maestro in apprendista, sulla qualità altissima dei materiali e su una tradizione che non vuole scendere a compromessi.
La seconda parte – il fulcro di questo lavoro – comprende circa sessanta termini tecnici estrapolati dall’analisi dettagliata del processo di confezione di cui al capitolo quarto. Questi termini verranno analizzati dal punto di vista terminografico dall’italiano al cinese e dal cinese all’italiano, corredato dall’indicazione dei manuali e dei materiali tecnici italiani e cinesi utilizzati per il lavoro. Al termine di queste schede terminografiche verranno fornite due tabelle per una rapida consultazione dei termini designati: la prima fornirà sottoforma di elenco alfabetico i termini in italiano, affiancati dalla traduzione cinese in caratteri e in trascrizione fonetica (pinyin); la seconda presenta la stessa struttura ma analizza i termini partendo dal pinyin, al quale fanno poi seguito i caratteri corrispondenti e la traduzione italiana del termine.