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Quando si acquista un'impresa, che cosa si compra? I suoi asset fisici? Oppure si va alla ricerca di una serie di asset più sostenibili? Quali elementi si utilizzano per valutare la convenienza dell'investimento? I risultati economico-finanziari? Oppure si dovrebbero prendere in considerazione anche elementi come il numero dei clienti, il tipo di relazione con i canali distributivi, la capacità dell'organizzazione di generazione di nuove idee e le competenze dei dipendenti come variabili altrettanto importanti? Edvinsson (1997) inizia così il suo articolo "Developing Intellectual Capital at Skandia", uno dei primi contributi sul capitale intellettuale che ha dato l'avvio al movimento sull'importanza della valorizzazione e gestione della parte invisibile dell'organizzazione, una fonte essenziale di valore sostenibile per le imprese.
Il contesto competitivo della Nuova Economia, principalmente caratterizzato da un elevato grado d'incertezza e complessità, costituisce il nuovo ambiente di business in cui le imprese devono misurarsi per riuscire a sopravvivere. In un'epoca in cui tutto cambia molto in fretta, infatti, la tradizionale visione d'impresa, da sempre interpretata nei due elementi Lavoro e Capitale, nell'Era Moderna, deve essere allargata in modo, così, da tenere in considerazione gli elementi intangibili e invisibili dell'organizzazione che, sempre di più, contribuiscono in modo prevalente al successo o insuccesso dell'attività di business aziendale.
Da queste considerazioni, con l'obiettivo di approfondire il ruolo interpretato dal capitale intellettuale nei moderni ambienti di business, si svilupperà l'analisi condotta nei primi due capitoli di quest'elaborato. Il punto di partenza, infatti, sarà la descrizione del quadro definitorio del capitale intellettuale che, caratterizzato da un'elevata incertezza, trova una piena convergenza, da parte della letteratura, nella ripartizione dei suoi elementi essenziali in capitale umano, organizzativo e relazione. La Tesi, dunque, proseguirà attraverso la descrizione dei motivi fondanti che legittimano l'importanza della misurazione e valorizzazione del capitale intellettuale a livello aziendale offrendo, per ciascun'argomentazione, una serie di prove empiriche a sostegno. In particolare, un'analisi degli investimenti in beni tangibili e intangibili degli ultimi vent'anni, mostrerà una forte propensione da parte delle imprese a scommettere su elementi collegati al capitale intellettuale. In questo senso, sarà dimostrata la necessità da parte delle imprese di avere a propria disposizione una serie di strumenti in grado di misurare, valorizzare e, così, gestire il proprio capitale intellettuale.
Nella parte empirica dell'elaborato, il focus si sposterà sull'approfondimento di una delle tre componenti fondamentali del capitale intellettuale: il capitale umano. In questo senso, l'obiettivo principale del terzo capitolo della Tesi sarà quello d'individuare e applicare un serie di metriche quantitative e qualitative per la valutazione e valorizzazione del capitale umano di "Italian Exhibition Group S.p.a.", una società operante nel settore Fieristico, con un fatturato di oltre centoventi milioni di euro e prossima alla quotazione in Borsa.
Il processo di valutazione e valorizzazione del capitale umano di Italian Exhibition Group, quindi, avrà una doppia valenza.
In primo luogo, potrà essere utilizzato dall'impresa come strumento interno, a disposizione e a supporto del management, per avere una chiara fotografia della composizione e delle caratteristiche dei membri dell'organizzazione che, in via definitiva, attraverso le proprie competenze sono i veri responsabili del raggiungimento degli obiettivi nel medio lungo termine di un'impresa.
In secondo luogo, invece, gli strumenti valutativi potranno essere utilizzati per arricchire le informazioni che l'impresa condivide volontariamente sotto forma di disclosure con i propri stakeholders e shareholders. |
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