Abstract:
La tesi vuole essere un confronto tra Samuel Beckett e José Saramago, partendo dalla concezione che i due autori hanno di ‘peccato originale’ per arrivare all’utilizzo che entrambi fanno dell’ironia e del ‘comico’, intesi come unica possibilità per l’uomo di superare la drammaticità dell’irrazionale. In primo luogo verrà analizzato brevemente il ruolo che l’idea di peccato originale ha avuto nella storia del pensiero occidentale, dalla sua origine biblica alla modernità. Successivamente, si procederà ad analizzare in che modo riferimenti al peccato originale e alla successiva condanna dell’uomo al Male si possano riscontrare nelle opere e nella visione dei due autori in esame. Verranno individuati poi alcuni elementi comuni a entrambi, quali l’utilizzo letterario della cecità, dell’indefinito e della morte. In seguito, si analizzerà il processo di decostruzione ironica e desacralizzante del mito portato avanti dai due autori: l’utilizzo che essi compiono dell’ironia e del riso perturbante sarà quindi il punto di arrivo della tesi. Infine, si esaminerà quella che probabilmente è la principale differenza tra i due: se per Beckett infatti l’uomo può solo tentare di esorcizzare la propria condizione attraverso il riso, Saramago spinge alla presa di coscienza della fallibilità umana al fine di porvi rimedio, mantenendo una speranza in quella ‘umanità dell’uomo’ troppo spesso dimenticata.