Abstract:
La diffusione del calcio su scala globale rappresenta uno dei primi esempi di flussi di globalizzazione dell’era moderna. Anche se già praticato largamente a livello amatoriale, il calcio giapponese verrà professionalizzato solamente nel 1993, con l’inaugurazione della Japan Professional Football League (J-League). Oltre il chiaro interesse culturale e sportivo nei confronti del calcio, un altro fattore legato a questo processo fu il desiderio di non essere esclusi dal palcoscenico internazionale e quello di intraprendere un programma economico capitalistico destinato in seguito a influenzare sia la nascita della J-League stessa che la sua evoluzione negli anni successivi.
In questo elaborato il calcio necessita di essere considerato come un “significante culturale in viaggio”, i significati del quale differiscono secondo gli elementi geografici, storici, politici, economici e culturali che caratterizzano i territori nazionali, regionali e micro-regionali. Lo status egemonico dei campionati di calcio europei, alimentato da una storia più lunga e maggiormente ricca, condizionò fortemente i membri delle federazioni calcistiche giapponesi, businessmen, presidenti di club e tifosi portando alla costruzione di una cultura calcistica basandosi su scelte che dovettero tenere in considerazione sia la necessità di replicare lo stile europeo che quella di reinventare e riadattare la pratica alla concezione locale di sport.
Questo lavoro, risultato di sei mesi di ricerca sul campo tra i tifosi del Vissel Kobe (J-League 1), si basa su metodi etnografici e antropologici e ha come scopo quello di descrivere questi processi e pratiche utilizzando dati empirici raccolti attraverso l’osservazione partecipante di partite e organizzazione di attività.