Abstract:
Il presente elaborato prende avvio dall’analisi geomorfologica del territorio veneto, soffermandosi in particolare sull’importanza dell’idrografia di superficie. La feconda presenza di deflussi costituisce infatti il cardine attorno al quale si innestarono tanto i commerci di alcune città quanto le cosmologie fondatrici di un mito delle origini che fosse capace di creare una sintesi tra elemento naturale e antropico. La stretta relazione tra l’elemento acquatico e l’essere umano verrà dunque indagata attraverso gli apporti della psicologia ambientale, soffermandosi cioè sulla rilevanza di concetti quali biofilia e idrofilia, nel tentativo di dimostrare la rilevanza assunta dall’elemento idrico nel patrimonio genetico e culturale della specie umana. Il rapporto tra essere umano e acque rappresenta dunque il fulcro dell’indagine della presente analisi, che mira a dimostrare la rilevanza del suddetto legame sia attraverso studi di carattere scientifico sia, soprattutto, servendosi del contributo della letteratura italiana novecentesca. A tal proposito sono state esaminate tre opere in forma di romanzo rappresentate da "Scano Boa" (1961) di Gian Antonio Cibotto, "L’airone" (1969) di Giorgio Bassani, "Delta di Venere" (1974) di Sandro Zanotto. Infine si è posta l’attenzione sul reportage di Gianni Celati, "Verso la foce" (1989) e su alcuni lavori fotografici del Novecento di Pietro Donzelli, Paul Strand, Gianni Berengo Gardin e Luigi Ghirri. Il concetto di idrofilia verrà dunque analizzato nel contesto specifico del delta del fiume Po, cercando di porre le basi per un’ipotesi di stampo bioregionalista di tale area.