Abstract:
L’elaborato affronta l’attività politica della scrittrice, giornalista e attivista Patrícia Galvão (1910-1962), prima donna brasiliana arrestata per motivi politici, attraverso la storia del Brasile dagli anni ’20 fino all’instaurazione dell’Estado Novo. In particolare, ci si soffermerà sulle vicissitudini del Partito Comunista Brasiliano e sulle persecuzioni subite dai suoi militanti, fra cui la stessa Patrícia Galvão. Tale approfondimento darà origine a un’analisi critica del partito; attraverso lo sguardo della scrittrice si sottolineeranno i problemi che determinarono la fine della sua attività con il PCB e in seguito il rinnegamento della sua militanza. Una parte del lavoro descriverà gli anni di prigionia, basandosi sulla documentazione dell’Archivio Pubblico dello Stato di San Paolo. Infine, sarà trattata brevemente la posizione critica di Patrícia Galvão a proposito del movimento femminista brasiliano dell’inizio del XX secolo e al trattamento delle donne nel PCB. Il suo interesse per la condizione femminile, influenzato dall’ideologia socialista, sarà occasione per confrontare la sua proletarizzazione con l’esperienza della filosofa francese Simone Weil.
L’attività giornalistica e letteraria di Patrícia Galvão sarà analizzata, se necessario, esclusivamente da un punto di vista politico e ideologico, senza approfondirne gli aspetti estetici e artistici. In particolare, saranno rapidamente trattati i suoi articoli pubblicati sul giornale O homem do povo (1931) e i libri Parque Industrial (1933), considerato il primo romanzo proletario brasiliano, e A Famosa Revista (1945). L’autobiografia parziale Paixão Pagu (2005) sarà utilizzata nel corso del testo come supporto per la ricostruzione dei fatti legati alla vita della scrittrice.