Abstract:
Tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio del millennio, numerose imprese hanno deciso di spostare la propria produzione in paesi terzi alla ricerca di contenere i costi.
Da un paio di anni, contro ogni previsione, questa tendenza si è invertita.
Il reshoring, ossia la tendenza volontaria da parte dell’impresa di riportare parzialmente o totalmente la produzione nel paese di origine, sta prendendo sempre più terreno presso le aziende.
I dati parlano chiaro: l’Italia è il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, ad essere interessato da questo fenomeno con il 40% dei casi di reshoring europeo.
Le motivazioni che guidano questo fenomeno sono molteplici: la ricerca di una qualità superiore, la riduzione dei tempi della logistica ed il miglioramento del servizio offerto al cliente sono solamente alcune delle cause alla base del fenomeno.
L’Industry 4.0, descritta come la tendenza all’automazione industriale che integra nuove tecnologie produttive per migliorare l’interconnessione e aumentare la produttività degli impianti di lavoro, giocherà nei prossimi anni un ruolo fondamentale a favore del reshoring.
Infatti gli stessi fattori che sono stati il motore di avvio dei processi di reshoring, oggi, sono amplificati in modo esponenziale dalla Smart Manufacturing e diventano valori cui il consumatore non può rinunciare: la ricerca di un prodotto su misura, di alta qualità con consegna immediata impongono all’azienda produttrice delle lavorazioni in casa, con flessibilità e produzione in lotti minimi.
Si evidenzia, di conseguenza, un significativo livello di sovrapposizione che porta a considerare come queste tecnologie possano costituire uno dei fattori abilitanti al fenomeno del reshoring.