Abstract:
La tesi coniuga due filoni di analisi antropologica, l’antropologia urbana e l’antropologia dei sensi, concentrandosi sul problema di costruire un’etnografia del paesaggio sonoro di una città. Essa si propone, dunque, di delineare un’esplorazione uditiva della medina di Fez, seguendo le voci della città (espressione parafrasata da Le voci di Marrakech di Elias Canetti) fino ad individuare le pratiche sonore quotidiane come nodi di una rete. La rete urbana, però, non è composta solo di suoni, ma anche e soprattutto di significati. In questo senso, la prima fonte di suoni significanti e pregnanti per la medina di Fez risulta essere l’islam, che poggia qui su una tradizione millenaria. Una città islamica, dunque, capace di modellare la struttura percettiva e uditiva dei suoi abitanti, insegnando loro l’apertura e l’ascolto.