Abstract:
Nel 2010 Banca d’Italia, con il provvedimento “Patrimonio di vigilanza – filtri prudenziali” del 18 maggio 2010, introdusse, limitatamente ai titoli di debito emessi da amministrazioni centrali dei Paesi appartenenti all’Unione Europea, la possibilità di adottare una modalità di contabilizzazione a fini di vigilanza che prevedeva la neutralizzazione piena delle riserve AFS formatesi a partire dall’esercizio 2010.
L’opzione da parte delle banche italiane per questo diverso trattamento comportava la sterilizzazione degli impatti sul patrimonio di vigilanza delle riserve AFS positive e negative; in altre parole i titoli di Stato potevano essere valutati al costo.
Attualmente c’è la possibilità che questa alternativa possa diventare, con l’effettiva applicazione di IRFS 9 da gennaio 2018, l’unica alternativa possibile. Perciò ci si chiede cosa sarebbe successo in carico alle banche italiane se, nel 2010, Banca d’Italia non avesse introdotto questa diversa soluzione.
Analizzando alcune voci di bilancio di tutte le banche italiane di classe 3, si cercherà di ipotizzare quali sarebbero stati gli impatti in bilancio nel caso in cui questa discrezionalità non fosse stata applicata.