Abstract:
Nato nel 2011 da una sollevazione popolare contro il regime del Presidente Bashar al-Asad, il conflitto armato in Siria si è presto trasformato in uno dei più complessi e sanguinosi che la storia recente ricordi.
Negli ormai sette anni di ostilità, le violenze indiscriminate perpetrate in varia misura da tutte le fazioni coinvolte contro la popolazione siriana hanno prodotto centinaia di migliaia di vittime e milioni di rifugiati e sfollati interni. Una catastrofe umanitaria alla quale la comunità internazionale non si è dimostrata capace di reagire in maniera efficace.
L’obiettivo che il lavoro di ricerca si propone di raggiungere è quello di fare chiarezza riguardo ai numerosi aspetti problematici che il caso siriano pone da un punto di vista giuridico internazionale.
Dopo aver delineato una breve ricostruzione dei fatti, si intende illustrare come la peculiare configurazione del conflitto siriano e la conseguente difficoltà di ricondurlo alle tradizionali categorie del diritto internazionale, rendano incerta la stessa disciplina delle ostilità e dunque complicata l’individuazione di adeguati meccanismi di repressione delle violazioni del diritto internazionale dei conflitti armati.
Si approfondiranno poi gli aspetti di rilevanza penale legati alla commissione di crimini internazionali durante il conflitto, illustrando come gli attuali equilibri geopolitici e la sopravvivenza del regime di Asad abbiano reso sostanzialmente impraticabili i meccanismi istituzionali di giustizia penale a livello internazionale.
In conclusione si cercherà di prospettare come in futuro si possa rimediare alla carenza di mezzi idonei ad assicurare giustizia e a contrastare l’attuale situazione di impunità, a partire dalle diverse iniziative che la comunità internazionale ha sinora posto in essere.