Abstract:
Il pensiero moderno legato alla strategia d’impresa si può sintetizzare tramite il framework della “Strategia in tre dimensioni” (L. Buzzavo, 2014), secondo il quale è possibile codificare il concetto di strategia in uno spazio tridimensionale confinato da sei cosiddetti elementi base, ciascuno dei quali detiene posizioni, flussi di concetti, argomenti e modelli che si basano su diverse ipotesi di partenza. Uno di questi, il meno recente a livello di concezione accademica, è quello del “Pensiero analitico” (A. Chandler, 1962; H. I. Ansoff, 1965; K. R. Andrews, 1971), che concepisce la strategia come un processo piuttosto analitico, formale, deliberato e lineare, delineando un punto di vista dominato da analisi e decisioni che necessariamente precedono le azioni. All’atto pratico, nel contesto di questo building-block esistono molteplici strumenti a disposizione dei decision-makers per definire al meglio la propria strategia, come ad esempio l’analisi S.W.O.T. oppure la tecnica degli Scenari. Tra questi è possibile posizionare anche l’Analytic Hierarchy Process (T. L. Saaty, 1980), il cui acronimo è AHP, un modello basato sulle matrici matematiche che permette di prendere razionalmente decisioni in presenza di più criteri e più alternative tra cui scegliere. La sua applicazione nell’ambito del management è oggi una prassi consolidata e, sebbene sia anche necessario ricordare che una buona strategia non si basa mai su un unico strumento o un’unica prospettiva, se unita al complesso di tools, tecniche, paradigmi e concetti appartenenti a questo ramo economico, può essere certamente utile a tal scopo. L’analisi svolta all’interno dell’elaborato si articola dapprima attorno alla definizione del modello dell’AHP, poi ad una review delle principali applicazioni del modello stesso nell’ambito del management e, infine, ad un confronto tra metodologia tradizionale e tecniche moderne su un campione ridotto di applicazioni.