Abstract:
La presente ricerca si propone di analizzare da un punto di vista giuridico e socio-culturale il “caso Kimura”, spesso considerato il caso pilota della cultural defense in termini di esimente culturale, e di trattare in modo approfondito le questioni etiche e sociali da esso scaturite. A Santa Monica, l'immigrata giapponese Fumiko Kimura, in seguito alla scoperta del tradimento del marito, decide di togliere la vita a sè stessa e ai suoi figli. L'atto in giapponese viene definito oyako-shinjū, traducibile in senso ampio come omicidio-suicidio di genitore e figli. Kimura, unica sopravvissuta, si trova a dover affrontare un processo in cui viene incriminata per omicidio di primo grado. Nel primo capitolo dell’elaborato si espongono le premesse e una ricostruzione oggettiva dei fatti avvenuti. Il secondo si focalizza sull’analisi del caso attraverso le lenti dell’accusa e della difesa e sui suoi aspetti giuridici più rilevanti. Il terzo si concentra sull’approccio al caso da parte della comunità giapponese in California e da parte dei media. Infine nel quarto e ultimo capitolo si affrontano i temi cosiddetti etici che hanno reso il caso oggetto di acceso dibattito e si cerca di dare risposta alla domanda: "la risonanza mediatica del caso può essere legata al fatto che questo fosse diventato caposaldo di uno scontro tra il tribunale californiano e la minoranza nippo-americana, la quale insisteva nel valutare la vicenda attraverso l'appartenenza nazionale e culturale di Kimura?".