Abstract:
Mestre sta progressivamente assumendo una propria identità, rovesciando il suo status di “città-periferia” del centro storico di Venezia. La città contemporanea, la Venezia contemporanea, con il suo essere “diffusa” e “metropolitana” e la complessa natura dei suoi problemi fa sì che le risposte vengano cercate al di fuori dei tradizionali strumenti di pianificazione. Ciò che la città chiede oggi è una maggiore vivibilità, la possibilità di usufruire degli spazi pubblici, la partecipazione degli abitanti delle varie municipalità nei processi di riqualificazione e in generale nei processi di trasformazione e innovazione urbana. I segni di questa trasformazione sono molteplici: dal recupero della memoria storica di luoghi e avvenimenti, al processo di riappropriazione di ampie e significative parti del suo territorio. La riqualificazione urbana del centro e dei vari quartieri periferici rappresenta, per la sua forte valenza storica, sociale, ambientale, il tentativo concreto di fruire in modo nuovo il territorio ricostituendo una forte integrazione tra la città di terraferma e il centro storico.
La chiave di lettura, la lente d’ingrandimento attraverso la quale guardare a questi fenomeni, è quella dell’arte. Venezia muta, muta dal punto di vista fisico, economico, sociale: diminuiscono i residenti nel centro storico, a favore di un progressivo aumento della popolazione alle sue porte, in Terraferma. I confini della città dunque si dissolvono, nonostante l’impedimento fisico dovuto alla sua conformazione lagunare. La riqualificazione urbana del centro e dei vari quartieri periferici, per il loro forte portato storico, sociale, ambientale, il tentativo ormai concreto di ripensare un territorio in cui deve tornare ad essere prioritario e forte lo scambio e l’integrazione fra terra e ed acqua, fra la città di terraferma e la sua frazione insulare.
Anche il recupero e la valorizzazione delle fortificazioni che nell’Ottocento e nel Novecento costituivano il “campo trincerato di Mestre” rientrano a pieno titolo in questo scenario.
Nel cuore di Mestre c’è un posto che attende silenziosamente di essere ulteriormente valorizzato per diventare un’occasione di ripensamento della città di Venezia: Forte Marghera.
Analogamente a quanto è avvenuto nel corso della sua vita, ancora una volta lo storico complesso del Forte Marghera si trova in un momento di transizione. In seguito alla cessione delle sue funzioni militari, e dopo vari passaggi di mano, il Comune di Venezia, proprietario dell’immobile, ha delegato la Fondazione Forte Marghera di gestire il Centro studi per la valorizzazione delle architetture militari e dei sistemi difensivi che vi è all’interno, assieme al resto del forte.
Il percorso che si sviluppa all’interno di questa tesi parte analizzando accezioni e criticità dei vuoti urbani, con il proposito di fornire alcune ipotesi di risposta sperimentate da Forte Marghera nel tentativo di ricrearsi un’identità.
La proposta progettuale che ne scaturisce si concretizza in una metodologia basata su interventi caratterizzati da una loro temporaneità, inseriti in una visione più ampia, che si discosta dalla rigidità e dalla lentezza della pianificazione tradizionale e mira al dialogo con altre realtà nascenti in terraferma, quali ad esempio l’M9. Il progetto stesso viene utilizzato come strumento di un’analisi che si sviluppa dinamicamente alla ricerca di nuove vocazioni d’uso e per indagare la possibilità di generare nuove relazioni con Venezia Centro storico, nell’intento di coadiuvarne l’afflusso turistico.
L’ambizione di Forte Marghera è quella di essere una scintilla in grado di riattivare e rinnovare le energie di questo vuoto nel cuore della terraferma veneziana, riconnettendola con la città insulare.