Abstract:
Il tema della politica della razza e della persecuzione contro gli ebrei operata dal fascismo italiano è oggetto di una ricchissima messe di studi e ricerche. Meno approfondita risulta l’attenzione rivolta dalla storiografia internazionale verso questo stesso tema nel contesto della Repubblica Sociale Italiana, nonostante proprio il fascismo repubblicano avesse operato un inasprimento dei provvedimenti antiebraici. Il Congresso di Verona (1943) dichiarò gli ebrei nemici di guerra: non protetti dalle norme del diritto internazionale e requisiti i loro beni, in molti vennero arrestati e deportati nei campi di concentramento. Nella convinzione di un necessario ripensamento critico da un lato dell’esperienza della repubblica sociale, troppo spesso ridotta a regime privo di autonomia decisionale e totalmente sottomesso all’alleato-invasore tedesco, e dall’altro delle rimozioni (non solo) storiografiche sulle responsabilità italiane nella persecuzione antiebraica, questa tesi si propone di studiare la politica della razza a Salò. Dopo un inquadramento del razzismo nel regime fascista e della sua evoluzione (della nascita delle leggi antiebraiche e della persecuzione dei diritti degli ebrei), l’attenzione si focalizza sugli eventi compresi tra il 1943 e la Liberazione, attraverso lo studio degli atti normativi della RSI e dell'istituzione di uno specifico ente, l'Ispettorato per la Razza di Desenzano, per poi analizzare l'antiebraismo attraverso gli strumenti della propaganda visiva e testuale.