Abstract:
Questo elaborato si propone l’obiettivo di analizzare il fenomeno dell’esterovestizione.
Con questa parola si vuole descrivere quella situazione in cui viene localizzata fittiziamente la residenza fiscale di un soggetto in un Paese, appartenente o meno alla Comunità europea, per poter godere di un regime fiscale più vantaggioso di cui altrimenti non si avrebbe goduto.
Di fatto il soggetto passivo, al verificarsi di certi presupposti, è da considerare residente nel territorio Italiano. Presupposti che possono essere di varia natura: di tipo formale e di tipo sostanziale. Vedremo che la residenza fiscale non è cosa facile da determinare e, proprio per questo, è necessario far uso di criteri territoriali, quali la sede legale, la sede amministrativa e l’oggetto principale, e di criteri temporali.
Parleremo dei centri offshore (anche detti paradisi fiscali) e delle relative liste white e black, degli accordi internazionali e di come l’Italia regola tale forma di localizzazione dei capitali (pur essendo, nella generalità, considerata un’attività legale).
L’istituto dell’esterovestizione risulta dunque essere, oltre che attuale, estremamente complesso nella sua determinazione. Si parla di elusione o di evasione?
Sarà compito dell’amministrazione finanziaria verificare la genuinità degli elementi caratterizzanti la residenza fiscale del soggetto passivo.
Per far questo dovrà esserci un’attenta analisi e dovrà essere data prova delle tesi sostenute. Ma è il contribuente o l’amministrazione a dover fornire la prova?
Non dimentichiamoci infine, che, nel contempo, possono crearsi situazioni di pretesa tributaria da parte di due o più Paesi. Per risolvere questo problema, sono stati introdotti, tra i Paesi, accordi internazionali ad hoc proprio per evitare il realizzarsi di doppie imposizioni in capo ad un unico soggetto.