Abstract:
Il Tribunale delle Donne di Sarajevo racchiude un lungo processo collettivo, intrapreso nel 2010 da una rete di movimenti femministi attiva in tutti i paesi di nuova formazione, sorti dalla violenta dissoluzione della Jugoslavia. Un percorso volto alla creazione di una diversa narrazione storica, che denunci i crimini di guerra, le persecuzioni dei/delle diversi/e ed i legami tra le differenti forme di violenza (militaristica, etnica, di genere, sociale, economica…), in tempo di guerra e di pace, in ambito pubblico e privato, nel passato e nel presente.
L’organizzazione del Tribunale, coordinata dalle Donne in Nero di Belgrado, un gruppo femminista antimilitarista e antinazionalista tra i più longevi nei Balcani, introduce un paradigma alternativo di giustizia, basato su una politica di ascolto, di cura e di sostegno. Ponendosi come spazio di condivisione delle testimonianze di resistenza non violenta delle donne alle ingiustizie subite, il Tribunale risponde all’esigenza - derivata dai risultati parziali del Tribunale Penale Internazionale per l’Ex Jugoslavia - di una chiara individuazione delle responsabilità delle violazioni dei diritti umani, dei crimini di guerra e della violenza strutturale. Avvalendosi di un ampio comitato internazionale, composto da esperte ed accademiche, le testimonianze vengono inquadrate nei contesti specifici, riconoscendo dettagliatamente le problematiche derivate dall’eredità del recente passato.
In questo elaborato, le prospettive del Tribunale delle Donne sono delineate e contestualizzate sia nel quadro delle riflessioni teoriche in atto sul concetto di giustizia, sia nella recente tradizione dei tribunali dei popoli. Attraverso le voci delle protagoniste, in grado di presentarsi e rappresentarsi come soggetto collettivo, intendo sottolineare la forza della solidarietà internazionale delle donne, emersa in questo processo, ancora in divenire.