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Vita e morte, sofferenza e felicità. La linea che separa tali entità apparentemente difformi e opposte è labile, a tal punto che in un determinato momento dell'esistenza di ogni uomo sembrano perfino incontrarsi se non mescolarsi. Shi Tiesheng, nato nel XX secolo e morto pochi anni fa, è ritenuto uno degli autori più influenti ed emblematici sulla scena letteraria della Cina contemporanea. Le sue opere, raramente di facile lettura, interpretazione e critica, si distinguono per la straordinaria poeticità, lo stile audace, vivo e creativo e la profondità filosofica con cui l'autore affronta temi mai banali e semplici da maneggiare come la vita, la morte, la sofferenza, la felicità, l'amore e il senso dell'esistenza. Il presente elaborato espone in un primo momento il panorama storico e letterario, più precisamente gli anni Ottanta e Novanta, in cui un disabile, come lo è Shi stesso, si trova a vivere. Tramite la presentazione di alcune sue opere, verranno svelate le difficoltà, derivanti dalla sua situazione, che lui incontrerà nel corso della sua vita così come la grande umanità e coraggio che ha elevato ad armi per ritrovare la sua identità come autore ma soprattutto come uomo. Benevolenza quasi cristiana, equilibrio spirituale, felicità e benessere mentale sono tutte mete che Shi ha raggiunto grazie al superamento di una fase di decadimento esistenziale e morte interiore. La via che lo ha condotto alla salvezza e alla redenzione dal dolore si scoprirà essere quella fatta paradossalmente di dolore, sofferenza, angoscia e accettazione di una fine ineludibile a cui il Dio crudele ci ha destinati come per giocarci uno scherzo. Sovvertendo abilmente le false credenze e paure che da sempre hanno attanagliato e tormentato l’umanità, Shi Tiesheng ci illuminerà il cammino per il “nirvana”, utilizzando questo termine non per far riferimento alla specifica religione buddista alla quale egli non si accosta minimamente quanto piuttosto per intendere quella sensazione di autorealizzazione, autoaffermazione, gioia interiore ed esteriore di cui l’uomo riuscirà a godere solo quando, giunto in un certo istante della sua esistenza, riuscirà a riconoscere ciò che di vivo c’è nella sofferenza. Attraverso un’attenta analisi e interpretazione filosofica circa i concetti di vita e morte, dimensione reale e immaginaria, sensazioni e immagini concrete, capiremo il mondo e l’esistenza guardandola tramite il filtro dell’autore. Consapevole della sofferenza come condizione inevitabile a cui l’umanità è destinata, Shi le va incontro, la accoglie e la abbraccia arrivando a comprendere che, non potendola fuggire, bisogna che essa diventi la nostra forza. Secondo la sua visione, ciò che percepiamo come mancanza deve essere proprio ciò che ironicamente ci completa e ci rende unici. La seconda parte del presente elaborato presenta la traduzione di alcuni capitoli selezionati dalla sottoscritta di uno dei suoi romanzi lunghi più emblematici, significativi e rivoluzionari della letteratura cinese contemporanea, tanto che i critici affermano che 务虚笔记 — questo è il titolo — scritto nel 1995, può essere posto allo stesso livello se non a un gradino superiore de “La Montagna dell’Anima” di Gao Xingjian, Premio Nobel per la letteratura. L’ultima parte verte, dopo umili accenni alla questione della traduzione letteraria, su una minuziosa analisi traduttologica che espone le strategie, metodi e approcci adottati durante l’atto traduttivo spiegando successivamente le problematiche che sono sorte inevitabilmente nella riscrittura dell’opera e come queste sono state affrontate, delucidando il lettore circa le motivazioni che hanno mosso me, la traduttrice, a intraprendere determinate strade. |
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