Abstract:
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Giappone ha attraversato un’epoca di forte sviluppo economico. Il rapido sviluppo industriale del Paese ha però comportato un forte impatto ambientale, di cui ha risentito anche la salute umana. A partire dagli anni Settanta, il Governo e il Parlamento hanno cominciato a promulgare atti legislativi finalizzati a promuovere il riciclo delle risorse e dei beni di consumo ed evitare lo spreco di cibo. Nel 1997, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (Ministry of Economy, Trade and Industry, METI) e il Ministero dell’Ambiente (Ministry of Environment, MoE) hanno inaugurato un programma Eco-Town. Esso prevede l’elaborazione di un piano Eco-Town da parte delle autorità locali. In caso di approvazione da parte del governo centrale vengono stanziati dei fondi da utilizzare nella realizzazione di tale piano. Dal 1997 al 2006 ventisei aree sono state coinvolte nel programma Eco-Town. Grazie ad esso, città che in passato erano state annichilite dall’inquinamento, come Kitakyūshū e Minamata, sono diventate un modello da imitare per tutto il mondo. Inoltre, sono stati conseguiti importanti risultati sul fronte della diminuzione dei gas serra e del riciclaggio dei rifiuti. Il programma Eco-Town è anche stato occasione per rilanciare queste città dal punto di vista economico tramite l’ecoturismo. In più, ha permesso di espandere il mercato sia interno sia estero, promuovendo l’industria domestica e incrementando la competitività internazionale. Il programma Eco-Town non è l’unica iniziativa di politica ambientale adottata dal governo giapponese. Tuttavia, la politica ambientale del Giappone presenta delle contraddizioni.