Abstract:
L’indicatore sintetico della volatilità, che misura il grado di variabilità dei rendimenti di uno strumento finanziario, è stato tradizionalmente considerato un indicatore di rischiosità del portafoglio, ma grazie allo studio sul comportamento della volatilità implicita si è mostrato che è essa stessa una grandezza finanziaria che varia nel tempo in maniera improvvisa e che ha natura asimmetrica. Infatti, periodi caratterizzati da elevata volatilità hanno avuto luogo quando il mercato è sceso e, dunque, i noti indici di volatilità sui principali mercati hanno presentato movimenti rialzisti opposti al deludente trend del mercato azionario. Tali peculiarità hanno permesso l’utilizzo della volatilità sia come segnale per l’andamento futuro del mercato che come asset class d’investimento strategico allo scopo di generare una maggiore diversificazione di portafoglio e di proteggersi dagli eventuali “schock” finanziari.
Dal 2004 infatti, il Chicago Board Options Exchange ha introdotto strumenti derivati che consentono di replicare i vari indici di volatilità implicita offrendo agli investitori, per la prima volta sul mercato regolamentato, la possibilità di scommettere sulla direzione della volatilità implicita. A tal proposito, dopo aver visto il concetto di volatilità e il ruolo dei diversi indici di volatilità implicita, si è analizzato l’effetto dell’aggiunta di tali strumenti derivati sulla performance dei portafogli creati su asset classes tradizionali.